Rita Fatiguso
Scuote la testa Franco Mariani, presidente dell'Autorità portuale di Bari: «Io un nesso così stretto tra il porto e le false sigarette tossiche cinesi non lo vedo. Arriveranno sicuramente da altri scali».
Sarà. Eppure le autorità doganali baresi hanno ricostruito un vero e proprio traffico di sigarette made in China, tanto ramificato da spingerle ieri a presentare un dossier in Procura.
Un'escalation vera e propria, che non coinvolge, ovviamente, solo Bari dove però a marzo scorso sono state ben otto le tonnellate cinesi sequestrate. E la settimana scorsa è toccato ad altri 95 chili intercettati dalla Guardia di Finanza: ormai i blitz su questo tipo di merce si susseguono con sempre maggiore frequenza.
Lunedì scorso il servizio Antifrode della Dogana del porto (transhipment, cioè di transito) di Gioia Tauro, grazie all'utilizzo degli scanner, con la collaborazione della Guardia di Finanza, ha sequestrato 39.600 stecche da un milione di euro imboscate in un container, dietro una montagna di jeans. Marca delle sigarette: Marlboro. Un carico presumibilmente contraffatto, di sicuro proveniente dalla Cina e destinato al porto di Ancona.
Ormai per gli investigatori non di solo contrabbando si tratterebbe, quanto di merce tossica e perdipiù circolante con tanto di marchio dei Monopoli contraffatto. Dalle analisi chimiche fatte in Dogana è anche risultato che le sigarette conterrebbero una forte concentrazione di elementi tossici all'interno del tabacco, nel filtro e nella cartina.
Anche se la marca resta cinese (in genere, le più vendute hanno il pacchetto rosso di marca Zhongguò, che vuol dire Cina), le sigarette potrebbero essere finite già nel circuito legale.
Ma proprio il fatto che il prodotto sequestrato non ha mercato in Italia ha insospettito gli ispettori della Dogana, inclini a pensare che si trattasse di un carico di copertura.
Ormai è un dato di fatto che il 90% delle sigarette false sequestrate è confezionato in Cina. Il che spiegherebbe (si veda la tabella) anche l'incremento del numero di pezzi di tabacchi sequestrati registrato negli ultimi anni. Spesso – rivelano le puntuali analisi dell'intelligence Antifrode delle Dogane – sono il frutto di linee parallele delle stesse fabbriche cinesi legalmente autorizzate.
Il che rischia di creare grossi problemi nei rapporti tra Cina e Unione Europea, soprattutto con la Gran Bretagna, destinataria della maggior parte dei flussi verso l'Europa. Bat (British american tobacco) rischia pesante, perfino multe salate per non aver vigilato a sufficienza sui flussi di merci in arrivo.
Quanto alla situazione dello scalo barese, secondo la Direzione nazionale antimafia il porto sarebbe a rischio-criminalità cinese, al pari di quelli di Napoli, Taranto e Gioia Tauro. E il sequestro di carichi come quelli eseguiti negli ultimi tempi dalla Guardia di Finanza su quantitativi provenienti dall'Est, portano a considerare che sia ripreso il contrabbando che ha i Balcani come scenario.
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11/04/2009