Nella Cina che sta fronteggiando la crisi globale i disoccupati potrebbero toccare quota 26 milioni. A fornire la stima è Chen Xiwen, direttore del Central Rural Work Leading Group, un think-tank per le politiche agricole del governo cinese: "Una recente indagine ufficiale mostra che poco più del 15% dei 130 milioni di immigrati interni cinesi, quindi circa venti milioni di persone, hanno fatto rientro nelle province d'origine dopo avere perso il lavoro nelle zone più sviluppate del paese" ha dichiarato Chen. "Altri 5 o 6 milioni di ex-contadini entrano a far parte della forza lavoro ogni anno: sommando queste due stime ecco che in questo momento in Cina i lavoratori in cerca di occupazione possono essere facilmente tra i 25 e i 26 milioni. Si tratta di un elemento decisivo per la stabilità sociale del paese quest'anno" ha detto ancora il direttore del Central Rural Work Leading Group. Nella campagne vivono circa 750 milioni di persone, più delle popolazioni di Stati Uniti e Unione Europea messe insieme: secondo molti osservatori la capacità del governo di aumentare il reddito e la propensione al consumo di questa immensa popolazione sarà la chiave del successo o del fallimento del miracolo cinese nei prossimi anni. "Se il pacchetto di misure straordinarie contro la crisi varato dal governo dovesse fallire, il numero di disoccupati potrebbe addirittura raddoppiare" dice Huang Yiping, responsabile Citigroup per l'area Asia, al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post. "Secondo i nostri analisti la crescita continuerà, ma sarà molto difficile creare un numero così ingente di posti di lavoro facendo leva solamente sulle misure fiscali". Come sempre avviene in Cina, il problema è anche politico: il paese assiste ogni anno a migliaia di manifestazioni di protesta, troppo isolate per mettere in pericolo il potere del Partito Comunista Cinese, ma abbastanza diffuse per preoccupare i funzionari. Secondo diversi media ufficiali le proteste, alimentate dalla disoccupazione, potrebbero aumentare. "Ai funzionari locali è stato ordinato di gestire gli incidenti con molta cautela" ha concluso Chen. "Man mano che le proteste si diffondono, ai funzionari toccherà presentarsi in prima linea, parlare al pubblico e persuaderlo che gli sforzi del governo vanno nella giusta direzione. La risposta non può essere la forza".