SHANGHAI. Dal nostro corrispondente
Due condanne a morte e due ergastoli. La Cina usa il pugno duro contro i responsabili della scandalo del latte alla melamina che, lo scorso autunno, aveva causato la morte di sei neonati e l'avvelenamento di altri 300mila bambini in tutto il Paese.
La sentenza è stata emessa ieri mattina da un tribunale di Shijiazhuang, la capitale della provincia di Hebei, a Sud di Pechino, dove è stata orchestrata la frode alimentare. Nonostante la richiesta di perdono lanciata qualche settimana fa dagli accusati, i giudici non hanno avuto pietà. E hanno condannato alla pena capitale Zhang Yujun e Geng Jinping, le due persone che hanno materialmente messo in atto la contraffazione.
Dall'ottobre del 2007 all'agosto del 2008, Zhang e Geng hanno prodotto oltre mille tonnellate di proteine in polvere contenenti melamina, che hanno poi rivenduto ai grossisti di latte dell'Hebei realizzando notevoli guadagni. In certi casi, la carica tossica del prodotto finale è stata aumentata attraverso l'aggiunta di ulteriore melamina da parte degli stessi grossisti. Il latte veniva trattato con la melamina - un composto azotato tossico - perché raggiungesse il contenuto proteico minimo richiesto dalla legge. Ventuno gli imputati e almeno venti le società coinvolte nello scandalo.
Tra gli acquirenti (consapevoli della frode) del latte alla melamina figurava anche la Sanlu, una delle principali aziende casearie cinesi. Per questo motivo, Tian Wenhua, una signora di sessantasei anni all'epoca dei fatti presidente della Sanlu, è stata condannata all'ergastolo insieme a un altro imputato. Un'altra ventina di persone coinvolte a diverso titolo nella vicenda sono state condannate a pene minori. La Sanlu dovrà pagare una multa pari a 5,6 milioni di euro. Dopo lo scandalo il Governo ha fatto sapere di aver «introdotto regole più severe» e di aver preso «molte altre misure per rafforzare i controlli» di tutto il comparto alimentare.
Lo scandalo del latte alla melamina è esploso in settembre dopo una denuncia della Fonterra, impresa neozelandese socia della Sanlu. Il Governo di Pechino è stato accusato di aver imposto il silenzio sulla vicenda e di aver agito in ritardo per evitare problemi durante le Olimpiadi dello scorso agosto.
Come accaduto altre volte in passato in casi di alta corruzione, Pechino, con la sentenza di Shijiazhuang, manda un messaggio chiaro al Paese: il Governo che non è mai stato disposto a tollerare chi ruba dalle casse dell'Erario, sarà intransigente anche con chi mette a rischio la salute e l'ordine pubblico. Tanto più oggi che, di fronte alla crisi economica, il Paese deve già fronteggiare l'emergenza sociale della disoccupazione.
L.Vin.
LO SCANDALO SCOPPIATO A SETTEMBRE
Le vittime della contraffazione
Il latte contaminato alla melamina ha causato danni renali e altre disfunzioni urinarie a 296mila neonati, di cui almeno 6 sono già deceduti. Dall'agosto al settembre dello scorso anno, il gruppo Sanlu ha prodotto più di 904 tonnellate di latte in polvere per neonati, contraffatto con il composto azotato tossico che serviva a superare i controlli di qualità falsando i valori proteici. La produzione contraffatta, però, era stata avviata già dall'ottobre del 2007
I guadagni illeciti
Gli utili della vendita dei prodotti contaminati avevano quasi raggiunto i 5 milioni di euro, ma lo scorso 12 settembre le autorità imposero lo stop della produzione alla Sanlu. Una settimana fa la Sanlu ha pagato il risarcimento ai genitori del primo bambino deceduto: si tratta di due abitanti della provincia nordoccidentale del Gansu, che hanno perduto il loro figlio di cinque anni lo scorso maggio per un'insufficienza renale provocata dal latte contraffatto. Le famiglie cinesi vittime dello scandalo hanno deciso di rivolgersi alla Corte Suprema per chiedere un risarcimento
23/01/2009