La truffa del latte in cui sono stati trovati quantitativi ingenti di una sostanza nociva, la melamina (che ha l'unico vantaggio di far aumentare, durante i test, il contenuto proteico del prodotto) è l'ultima cosa di cui la Cina avrebbe avuto bisogno in questo momento. La vicenda, scoppiata alla vigilia delle Olimpiadi, e messa a tacere dalle Autorità cinesi per timore di suscitare polemiche, si è tramutata in un boomerang micidiale. All'errore iniziale infatti, si è aggiunto quello molto più grave del silenzio politicamente motivato. Giustificando così il pregiudizio di chi ritiene che i sistemi cinesi di controllo della qualità non siano affidabili perché il sistema è eccessivamente sottomesso a interessi di parte e pressioni politiche locali. Inutile negarlo, il problema esiste. E non serve a molto l'apparente politica del fucile spianato. Nel 2007 il capo dell'Amministrazione cinese per il controllo su medicinali e alimenti, Zheng Xiaoyu, era stato fucilato per avere incassato mezzo milione di euro di bustarelle in cambio dell'autorizzazione alla vendita di medicinali che si erano rivelati nocivi. Il risultato, evidentemente, è stato quello di far aumentare la paura, non la trasparenza. A.D.N.