Cristina Casadei
MILANO
«L'acquisizione di Cifa da parte di Zoomlion non cambia nulla, se non che tutto ciò che in passato era uno adesso diventa due. Ci sarà una doppia rete di dealers, una doppia produzione, una doppia percezione del marchio. Da questo raddoppio ci aspettiamo più profitti e più vendite», dice Maurizio Ferrari, presidente e ceo di Cifa che a Senago, in provincia di Milano, produce attrezzature per l'industria del calcestruzzo e nel 2007 ha raggiunto un giro d'affari di 300 milioni di euro. Ieri, insieme a Zhan Chunxin, presidente di Zoomlion, che in Cina produce e commercializza macchinari per l'edilizia e ha un fatturato di 1,75 miliardi di euro, ha annunciato il closing del deal con cui il consorzio costituito da Zoomlion, Hony capital, Goldman Sachs e Mandarin Capital partners ha acquisito l'intero capitale di Cifa, detenuto dal fondo Magenta (di cui è amministratore delegato Edoardo Lanzavecchia, che è anche managing partner dei fondi Alpha) e da altri azionisti, tra cui Intesa Sanpaolo.
L'operazione, che ha un valore di 511 milioni di euro, di cui 271 finanziati interamente dal consorzio e 240 finanziati con emissione di debito, è la più importante acquisizione in Italia di una società cinese e porta alla nascita di un produttore di macchinari per l'industria del calcestruzzo che potrà avvalersi di una gamma di prodotti e di una rete di vendita e assistenza capace di una rapida espansione. «Sarà un gruppo perfettamente integrato che potrà avvalersi di una gamma di prodotti e di una diffusione geografica complementari, in grado di coprire sei continenti», ha detto Zhan Chunxin. La nuova società avrà 14mila dipendenti di cui mille in Italia e il resto in Cina e nel mondo.
I team che dovranno integrare le due società sono già al lavoro da alcuni mesi e sono composti da top manager italiani e cinesi. Per Cifa, l'operazione non determinerà «nessun cambiamento dal punto di vista occupazionale in Italia. Anche il management rimarrà immutato», assicura Ferrari. Dal deal oltre ad una crescita delle vendite e dei profitti, le due società si aspettano «un miglioramento dell'efficienza nella produzione e nella rete di vendita, anche grazie alla futura fusione delle attività di ricerca e sviluppo prodotti», continua Ferrari. Sulle prospettive di espansione Ferrari spiega che «se in Italia non sono previste nuove assunzioni o ingrandimenti degli stabilimenti, in Cina ci sarà un rafforzamento legato soprattutto alla conquista del mercato cinese e alla necessità di avvicinare la produzione».
L'ANTICIPAZIONE
20/09/2008