Angelo Mincuzzi
PECHINO. Dal nostro inviato
Deng Pufang è un signore di 64 anni, capelli brizzolati e occhiali più grandi del suo viso. Aveva 24 anni quando le Guardie Rosse lo acciuffarono all'Università di Pechino e lo scagliarono giù da una finestra. Un volo di quattro piani, la schiena spezzata, mezzo corpo ormai inservibile. Da quel giorno del 1968, in piena Rivoluzione Culturale, le sue gambe sono due ruote metalliche di una sedia a rotelle. Deng Pufang è oggi un simbolo per tutti i cinesi e non solo per chi è costretto a convivere con un handicap: basterebbero infatti i tratti del volto e il nome per raccontare quanto quest'uomo sia a suo modo un emblema della grande Cina dello sviluppo. Gli occhi e il sorriso sono quelli di suo padre, Deng Xiaoping, il leader del Partito comunista che trent'anni fa mise in moto la rivoluzione più difficile sradicando il maoismo dal Paese ma anche relegando l'immagine del Grande timoniere all'ingresso della Città proibita e, ironia della sorte, sulle banconote del nuovo capitalismo cinese. Così, mentre sui giornali si celebrano i trent'anni della Politica della porta aperta inaugurata nel 1978 da suo padre, Deng Pufang si gode oggi il suo giorno di gloria alla cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Pechino, dove sarà sul gradino più alto e con una medaglia già conquistata. Perché Deng non è soltanto il paladino dei disabili e il regista non troppo occulto delle Paralimpiadi, ma soprattutto presidente esecutivo del Bocog, il Comitato organizzatore di Pechino 2008, e ha già dimostrato che anche seduti su una sedia a rotelle si può organizzare "l'Olimpiade perfetta".
A Pechino riparte dunque la grande kermesse dello sport ma, anche se gli sponsor dei giochi di agosto hanno assicurato il loro sostegno finanziario, le Paralimpiadi non bucheranno gli schermi come è accaduto un mese fa. Deng Pufang può però essere ugualmente orgoglioso, perché queste Paralimpiadi saranno il coronamento di quarant'anni d'impegno. Da quando le Guardie Rosse cambiarono per sempre la sua vita, che Deng avrebbe voluto dedicare allo studio della fisica, il futuro presidente del Bocog decise che la sua missione sarebbe stata al servizio dell'handicap. Nel 1984 Deng ha creato il Fondo per il welfare dei disabili e quattro anni dopo ha fondato la Federazione cinese dei disabili, l'unica vera istituzione che aiuta gli 83 milioni di portatori di handicap della Cina. Da allora molte cose sono cambiate: la Federazione ha organizzato i primi censimenti delle persone svantaggiate ed è diventata il punto di riferimento dei programmi governativi. Per questo le Paralimpiadi saranno in un certo senso il banco di prova degli sforzi del primogenito di Deng Xiaoping.
«Ciò che stupisce di questo Paese è che al contrario di quanto si pensa la Cina fa molto per i disabili, c'è un profondo rispetto per chi è handicappato e la società si fa carico delle loro necessità», racconta ad esempio Pierluigi Cecchi, medico neonatologo, rappresentante in Cina della Onlus italiana Solidarietà e Servizio. Cecchi vive a Pechino da otto anni, dopo un passato in Uganda e in Vietnam. Nella capitale cinese la sua Ong lavora per i disabili mentali, i malati terminali di cancro e per gli anziani non autosufficienti. Solidarietà e Servizio è diventata un partner privilegiato per i programmi sanitari della municipalità di Pechino, tanto che nelle prossime settimane nel distretto di Haidan, nella parte Nord della città, verrà avviato un primo progetto pilota per i malati psichiatrici che porterà al graduale superamento degli ospedali specializzati, prendendo come riferimento il modello già applicato in Italia dal Trentino. Cecchi è anche un appassionato sostenitore della federazione di Deng Pufang, che è riuscita in pochi anni a creare una rete capillare di centri d'assistenza in tutta la Cina e a dare supporto economico e strutture sanitarie ai disabili cinesi, il cui numero è superiore alla popolazione della Germania.
E in effetti, basta girare per i quartieri di Pechino e prestare un po' di attenzione per rendersi conto che è davvero così. I centri della Federazione disabili sono ovunque. A Dongcheng, poco più a Nord della Città proibita, una moderna palazzina di quattro piani ospita la sede di distretto dell'organizzazione di Deng Pufang. Uno staff di 25 persone, che si avvale di 500 collaboratori esterni tra medici ed esperti, presta assistenza ai 40mila disabili della zona, su una popolazione complessiva di 600mila abitanti. Cong Yanmei è la presidente della Federazione del distretto ed è orgogliosa dell'attività svolta nella sua struttura. Spiega che il lavoro viene avviato in collaborazione con gli ospedali del quartiere, che in queste aule ci sono insegnanti di sostegno per i bambini con disabilità intellettuale, si organizzano corsi di formazione per facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro, che si distribuiscono protesi gratuite per chi ha perso un braccio o una gamba o per chi non ha più l'udito. «Ai più poveri – aggiunge – viene fornito un assegno di 330 yuan al mese per coprire parte delle spese sostenute». Cong Yanmei è soprattutto convinta che il clamore sulle Paralimpiadi avrà l'effetto positivo di suscitare una maggiore attenzione tra la gente per i problemi legati all'handicap.
Il sostegno economico versato alle famiglie dei disabili è uno dei meriti fondamentali della Federazione perché quello sanitario è il vero problema dei più poveri. Il sistema cinese ricalca infatti il modello statunitense: la sanità si paga e chi non possiede un'assicurazione può solo affidarsi al destino. In Cina non esiste un'assistenza di base, non ci sono medici di famiglia, per curarsi si deve andare in ospedale, ma tutto ciò ha un costo pesante che acuisce il baratro tra ricchi e poveri. È l'altra faccia della medaglia del capitalismo voluto da Deng Xiaoping. Per alleviare il problema le autorità di Pechino hanno però avviato un programma per i disabili e i disoccupati che prevede il rimborso del 60% delle spese sanitarie che superano i 1.300 yuan. Per usufruire dei finanziamenti bisogna sottoscrivere un'assicurazione che costa 300 yuan all'anno per i portatori di handicap, 600 per i senza lavoro. Programmi simili sono stati adottati anche in altre città cinesi come Guangzhou, Shenzhen e Dongguan.
L'appuntamento delle Paralimpiadi ha accelerato l'introduzione dei nuovi meccanismi e ha spinto le autorità di Pechino a dotare la città di nuove infrastrutture. Sono nate 150 "case dolci", che forniscono assistenza e servizi di riabilitazione ai portatori di handicap, sono stati messi in circolazione più di 600 autobus speciali e quasi tremila bus con piattaforma ribassata, 70 taxi attrezzati per trasportare sedie a rotelle, tutte le 123 stazioni della metropolitana sono state equipaggiate di ascensori per disabili. Nella Città Proibita e a Badaling, lungo la Grande Muraglia, sono state costruite rampe e ascensori: negli ultimi anni sono stati investiti 67 milioni di yuan (circa 7 milioni di euro) per rendere accessibili 60 attrazioni turistiche. I 235 più grandi shopping center di Pechino sono oggi senza barriere architettoniche. E poi nei ristoranti della città sono comparsi anche i menu in braille per i non vedenti, i quali da cinque anni almeno possono girare senza problemi per Pechino. Da Piazza Tiananmen fino all'estrema periferia tutti i semafori sono attrezzati con segnalatori acustici per segnalare ai pedoni il via libera o lo stop. E tutti i marciapiedi della città sono provvisti di percorsi per i non vedenti con speciali mattonelle. Migliaia di chilometri in tutte le strade e nei luoghi pubblici. Sarà anche per merito delle Paralimpiadi, ma al confronto molte nostre città sono semplicemente Terzo mondo.
angelo.mincuzzi@ilsole24ore.com
Politiche sociali
LE ATTIVITÀ COMMERCIALI
L'ACCESSIBILITÀ
I TRASPORTI
LE ARCHITETTURE
Le nuove architetture cinesi sono tutte state costruite per consentire l'accesso ai disabili: è un indirizzo preciso della politica cinese delle infrastrutture. Pechino ha accelerato gli investimenti in occasione delle paralimpiadi ma le strutture rimarranno anche dopo la chiusura della manifestazione. La città ha provveduto già da cinque anni a realizzare percorsi per i non vedenti: centinaia di chilometri in centro e in periferia. Tutti i semafori sono dotati di avvisatori acustici. Gran parte del lavoro è stato svolto da Deng Pufang, creatore della Fondazione cinese dei disabili e presidente del Comitato organizzatore delle Olimpiadi
120
I piatti indicati in Braille
nella catena di ristoranti Quanjude, una delle più importanti della Cina
235
I supermarket accessibili
ai disabili: privi di barriere e con percorsi per non vedenti
83 milioni
I disabili in Cina
Di questi, un milione vive a Pechino. Sono il 6,5% della popolazione della capitale cinese
53,5 milioni
I disabili assistiti
nel 2007 dai servizi di riabilitazione. Inoltre 1,8 milioni hanno ricevuto un sostegno economico
770mila
I disabili avviati al lavoro
Nel 2007 hanno frequentato i corsi organizzati dalla Fondazione di Deng Pufang
70
I taxi speciali
Consentono l'accesso ai disabili in carrozzina
2.853
gli autobus con pedana
Altri 600 mezzi pubblici sono stati attrezzati per il trasporto dei tifosi della Paralimpiadi
I percorsi nei mercati
Percorsi per i non vedenti sono stati attrezzati anche all'interno del Silk Market,
il grande mercato su più piani a Chaoyang dove si può trovare ogni tipo di mercanzia. Oltre 100 pannelli segnalano le direzioni. Le receptionist sono state addestrate a utilizzare il linguaggio dei segni
Il traffico pedonale
Particolare cura è stata prestata dalle autorità cinesi al traffico pedonale. Sono state costruite 23.641 rampe per consentire ai disabili l'attraversamento delle strade in carrozzella. Una rampa e due ascensori consentono l'accesso anche alla Grande Muraglia, nei pressi di Pechino.
1.541
I km di percorsi per ciechi
nella città di Pechino. Sono presenti nel centro e nelle periferie
123
Le stazioni di metropolitana
accessibili. Tutti i treni sono privi di barriere
I luoghi turistici
Per eliminare le barriere preesistenti - le nuove opere sono state costruite senza ostacoli - la municipalità di Pechino ha investito 67 milioni di yuan (circa 7 milioni di euro).In particolare sono stati "bonificati" 60 luoghi di interesse turistico. Passerelle e scivoli consentono l'accesso anche alla Città Proibita.
LA MANIFESTAZIONE
Sarà Oscar Pistorius la vera star delle Paralimpiadi di Pechino. L'atleta sudafricano cercherà una rivincita dopo le mancate qualificazioni ai Giochi di agosto, e non c'è dubbio che su di lui si concentreranno le attenzioni mediatiche.
Tra i volti noti che gareggeranno nella capitale cinese c'è anche Natalie Du Toit, la ventiseienne nuotatrice, sudafricana anche lei, che è riuscita – per la prima volta nella storia – a qualificarsi sia per le Paralimpiadi che per le Olimpiadi, dove si è classificata sedicesima nella 10 chilometri di fondo.
Un milione di biglietti venduti
Ma quelle che si aprono oggi sono anche le Paralimpiadi dei record per numero di Paesi partecipanti (148), di atleti (4mila) e di allenatori (2.500). I biglietti già venduti sono oltre un milione, con gli eventi al Bird's Nest e al Water Cube già al completo.
La squadra da battere sarà quella cinese, già reduce dal successo delle 51 medaglie d'oro alle Olimpiadi di agosto. Alle Paralimpiadi di Atene, nel 2004, gli atleti cinesi avevano già evidenziato il loro strapotere con 63 medaglie d'oro, 46 d'argento e 32 di bronzo. E questa volta puntano a migliorare il loro record.
Sono 84 gli italiani in gara
Numerosa anche la delegazione italiana, con 84 atleti che gareggeranno in 12 delle 20 discipline. Alla guida il presidente del Comitato paralimpico italiano, Luca Pancalli. L'obiettivo è di portare a casa almeno 15 medaglie. Ad Atene furono 19, con quattro ori, sette argenti e otto bronzi. I premi stanziati dal Coni sono stati aumentati a 75mila euro per le medaglie d'oro, 40mila per l'argento e 25mila per il bronzo, circa la metà di quanto hanno incassato gli atleti nelle Olimpiadi di agosto.
06/09/2008