Cesare Peruzzi
PONTEDERA. Dal nostro inviato
Dopo gli scooter, Piaggio pensa di sbarcare sul mercato cinese con i veicoli commerciali a tre e quattro ruote. La prospettiva riguarda in particolare l'Ape, da produrre e commercializzare nelle aree rurali del Paese, in joint venture con il tradizionale partner locale: il gruppo Zongshen, socio paritetico (al 45%, il restante 10% è della municipalità di Foshan) in Piaggio Zongshen Foshan motorcycle, che nel 2007 ha prodotto 209mila veicoli a due ruote di cui oltre 57mila a tecnologia italiana.
Roberto Colaninno e Zuo Zongsher, leader rispettivamente di Piaggio e del gruppo cinese, hanno firmato ieri a Pontedera una lettera d'intenti finalizzata appunto alla realizzazione di un piano di fattibilità per una nuova joint venture paritetica, destinata a sviluppare e industrializzare a Chongqing (la terza provincia più popolosa del Paese, sede del gruppo Zongshen) una gamma di veicoli commerciali Ape a tre e quattro ruote, con motorizzazioni benzina e diesel, da vendere sul mercato interno.
«Ci siamo dati sei mesi di tempo per valutare l'operazione - spiega Colaninno -. Si tratta di un mercato potenziale straordinariamente grande, con oltre 800 milioni di persone, ma certo non di un mercato ricco: ecco perchè occorre verificare attentamente i costi di produzione, prima di partire. Se ci saranno le condizioni, avvieremo subito l'iter burocratico con la municipalità di Chongqin».
Wang Hongju, sindaco di Chongqin, una delle province più popolose della Terra (32 milioni di abitanti e, come sottolineano i collaboratori di Colaninno, «otto milioni di veicoli a due ruote in circolazione»), ha assistito ieri alla firma della lettera d'intenti nel quartier generale di Piaggio, due anni dopo la visita a Pontedera del premier cinese Wen Jiabao. «Dei primi 500 gruppi mondiali, 480 sono presenti in Cina - commenta Hongju -. Siamo orgogliosi che un marchio così prestigioso come Piaggio operi sul nostro territorio e sono contento di aver incontrato oggi Colaninno e verificato di persona il livello tecnologico dell'azienda italiana».
Hongju non ha dubbi: «Siamo tra i quattro Paesi più attrattivi al mondo per gli investimenti e guardiamo all'Italia con grande interesse nei settori dell'industria manifatturiera, del design e dell'ingegnerizzazione dei progetti - spiega -. Per il futuro vogliamo sviluppare attività come finanza, logistica, comunicazione e Ict, e puntiamo a diventare noi stessi investitori all'estero: ci sono 39 aziende della mia provincia pronte a entrare in Italia, nei campi che ho detto e anche nelle costruzioni».
Colaninno incassa l'apprezzamento dei cinesi e guarda al futuro di Piaggio con ottimismo: «Sono molto soddisfatto di come sta girando la macchina industriale del gruppo», dice. Giovedì il consiglio d'amministrazione della società esaminerà i conti del primo semestre dell'anno: «Posso dire che abbiamo centrato i tre obiettivi annunciati - sottolinea l'imprenditore mantovano - e cioè il calo dei costi di produzione, il controllo e la riduzione del debito, l'accelerazione dei progetti di sviluppo e innovazione per quanto riguarda i prodotti e gli investimenti industriali». E poi c'è l'America che cresce di oltre il 100 per cento. «I numeri sono ancora modesti, ma è il mercato più ricco del mondo che inizia a guardare alle due ruote come mezzo di trasporto», conclude Colaninno.
30/07/2008