MILANO
Il primo round, a Torino, è andato alla Fiat. Il secondo, in Cina, a Great wall motor , numero uno cinese nella produzione di Suv. Great wall motor ha annunciato che il tribunale locale, Shijiazhuang intermediate people's court, le ha dato ragione, respingendo l'accusa di aver copiato la Panda della Fiat. Questo in contrasto con il verdetto emesso di recente dal Tribunale di Torino.
Il modello Peri della Great wall presenta «notevoli differenze» rispetto al brevetto di Fiat, ha sentenziato la corte cinese il 21 luglio scorso, secondo il comunicato inviato due giorni fa dalla casa automobilistica cinese alla Borsa di Hong Kong. Fiat dovrà pagare 8.800 yuan (820 euro) di spese legali, si legge nella nota.
Pochi giorni prima, il 16 luglio, il Tribunale di Torino aveva emesso un'ordinanza di segno opposto, accogliendo il ricorso presentato ad aprile dalla Fiat per chiedere di bloccare sia la commercializzazione sia la pubblicità dell'utilitaria Peri, pronta a sbarcare in Europa. I giudici torinesi avevano inibito l'ingresso in tutta la Ue del modello Peri e, in caso di inosservanza, avevano previsto per Great wall una sanzione di 15mila dollari per ogni Peri importata, e di 50mila dollari in caso di successive violazioni del divieto.
Al verdetto del tribunale cinese Fiat group, che ora ha 30 giorni di tempo per fare ricorso, replica osservando di avere allo studio «una serie di opzioni» come contromisure. Non si esclude, tra queste, anche l'appello.
Ma anche il costruttore cinese ha annunciato di voler presentare appello contro il provvedimento del tribunale di Torino, sottolineando che il divieto all'importazione in Europa non dovrebbe comunque avere un significativo impatto sui suoi bilanci: «I legali sono già al lavoro» ha detto il segretario del consiglio di amministrazione, Bai Xuefei. Great wall, tra le prime aziende private cinesi, guidata dalla signora Wang Fengying, produce 300mila auto l'anno (soprattutto Suv e pick up); nel 2007 ha registrato un aumento delle vendite del 7,58% e un export in crescita in molto Paesi, tra cui Russia, Vietnam, Indonesia e Nigeria.
La delibera del tribunale torinese, per la prima volta, aveva riconosciuto in anticipo gli effetti del pericolo di contraffazione. La decisione infatti, era arrivata prima dell'arrivo in Europa di una sola Peri.
R. E.
L'ANTICIPAZIONE
29/07/2008