DI LUCA
DELLO IACOVO
In una strada a sud di Pechino quattro ragazzi aspettano davanti a un ingresso privo di insegne, seduti sui gradini. È un internet point privato della capitale cinese visitato da Nòva24: all'interno più di duecento computer sono già occupati e per sedersi bisogna fare la fila. Alcuni prenotano posti vicini con l'idea di giocare in gruppo. Molti hanno la finestra della chat aperta sul display e il telefonino a portata di mano. Quella cinese è la più grande popolazione online del Pianeta: secondo la società di consulenza Bd associates il 59% gioca attraverso internet e l'81% usa l'instant messaging. È qui che alcuni social network crescono rapidamente. In pochi mesi ha raggiunto dieci milioni di iscritti Xiaonei, ispirato a Facebook e progettato da uno studente della prestigiosa università Tsinghua. E le reti sociali sul web si sviluppano seguendo esigenze locali: tra i membri di Xiaonei, per esempio, è diffusa la partecipazione a Market, uno spazio per scambiarsi oggetti di seconda mano, alla portata delle tasche degli studenti. Il mondo online all'ombra della Grande Muraglia è diventato un immenso laboratorio per la sperimentazione: provano a decollare anche siti di microblogging come Fanfou (un twitter in mandarino), dove le persone rispondono in diretta alla domanda: cosa stai facendo ora? Così alcuni dicono qual è l'umore della giornata, altri segnalano eventi e letture. In Cina, poi, due terzi delle connessioni a internet sono a banda larga. Una potenzialità sfruttata dal boom di cloni di YouTube (Tudou, Youku, 56.com e decine di altri), ricchi di video musicali, sequenze di film, eventi sportivi. Che vengono commentati e discussi da un pubblico di 160 milioni di persone, secondo le stime ufficiali del China internet network information center.
Social network, chat, videogiochi, blog: sono spazi che ridefiniscono la percezione delle distanze geografiche e affettive. Per le reti sociali online l'ultima frontiera è l'Asia.
Friendster è il numero uno dell'area con 36 milioni di iscritti: si tratta di una platea dove star locali della musica (come Karen Kong e i Fall Out Boy) raggiungono più di 150mila fan. La vicinanza e la condivisione sul web rafforzano l'affinità emotiva.
In diciotto mesi il social network coreano CyWorld ha venduto 100 milioni di canzoni, ognuna a 30 centesimi di euro: i membri le ascoltano connessi a internet (in streaming) e le consigliano agli amici. La prima della top ten? "Snow flower" di Park Hyo Shin.
Ma cambia anche l'esperienza della distanza. Nell'epoca della globalizzazione sono più frequenti viaggi e permanenze al l'estero: per lavoro, per studio, per divertimento.
Kent Lindstrom, ceo di Friendster, ha dichiarato che le comunità di emigranti attraverso il web restano in contatto con amici e familiari in patria. Ma la "diaspora" può avere anche altre origini. La maggior parte delle visite a Skyblog arriva da Francia, Belgio, Svizzera, Algeria, Marocco, Tunisia, Costa d'Avorio. Cosa accomuna queste nazioni?
Parlano francese. I social network locali, insomma, hanno un successo globale e scalano le classifiche web nazionali: vKontakte e Livejournal in Russia, Studiverzeichinis in Austria e Germania, Orkut in Brasile e India, Bebo in Irlanda e Nuova Zelanda, Fotolog e Hi5 nell'America latina che parla spagnolo.
Nel mondo, comunque, si sono affermate per ora due "piazze" pubbliche, affollate da centinaia di milioni di persone: Facebook e MySpace.
Luoghi "glocal", frequentati dovunque, ma capaci di radicarsi nei contesti territoriali. Al centro di Milano, per esempio, può capitare di leggere indirizzi MySpace scritti a penna sui muri o sulle panchine, lasciati da gruppi di ragazzi.
Facebook, poi, si sta dimostrando uno strumento di mobilitazione collettiva dove coesistono impegno civico e divertimento: dal gruppo "Napoli munnezza", nato durante l'emergenza rifiuti in Campania, a quello "I use my cellphone to see in the dark" (Uso il mio telefonino per vedere nel buio). Eppure la rete sociale fondata da Mark Zuckerberg ha facilitato anche l'organizzazione di manifestazioni popolari in Colombia e in Egitto attraverso le adesioni raccolte tra i gruppi formati sul web.
Le comunità locali, però, non scelgono soltanto social network per incontrarsi e raccontarsi su internet. Mercado Libre è un sito di aste argentino simile a eBay, ma specializzato in tecnologia che non ha rivali nell'ecommerce in America latina.
Il portale brasiliano Povos indigenas raccoglie tradizioni, parole e storie delle tribù in Amazzonia, consentendone la visibilità per un pubblico globale senza interferire con la loro vita quotidiana.
News press, invece, è un giornale online della famiglia Gannett che ha progettato una «redazione senza muri» Fort Myers, 50mila abitanti in Florida. I reporter collaborano con i lettori per iniziative come Team Watchdog e ricevono segnalazioni, suggerimenti e commenti: con l'aiuto del pubblico i cronisti hanno costruito una banca dati con la destinazione dei fondi per la ricostruzione dopo l'uragano Katrina, consultata con più di 60mila ricerche in una giornata.
E ancora, in Uganda, l'esperimento del Celac: un gruppo di donne porta nei villaggi previsioni sui raccolti e consigli sull'agricoltura, registrati in un podcast. Che i contadini ascoltano e commentano, seduti in cerchio durante la sera.
luca.dello@gmail.com
www.slideshare.net/CIRC/
bda-presentation-on-video-sharing-sites-hku-june-14th-2008?
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17/07/2008