Lo scrollone che l'Arabia Saudita non era riuscita a dare ai mercati petroliferi è arrivato dalla Cina. È b bastato che il G boverno di Pechino si decidesse ad alzare i prezzi di vendita dei carburanti per mandare a picco le quotazioni del greggio, che invece avevano reagito in modo piuttosto tiepido alla promessa di un aumento di produzione da parte di Riad. Anche se è troppo presto per ipotizzare una duratura inversione di tendenza, sta di fatto che nella seduta di ieri il Wti ha lasciato sul terreno quasi 5 dollari al barile, b chiudendo a quota 131,93. b Questo nonostante l'ennesimo attacco contro un'infrastruttura petrolifera in Nigeria, che ha provocato un calo di offerta pari alla nuova produzione annunciata dai sauditi (circa 200mila barili al giorno). E nonostante gli analisti di Goldman Sachs, di solito molto seguiti dagli operatori di mercato, avessero appena ritoccato al rialzo le loro previsioni sul prezzo medio del Brent, elevandole da 108 a 117 dollari al barile per il 2008 e da 110 a 140 per il 2009.
Pechino ha scelto di agire in modo drastico e repentino, con una mossa che ha sorpreso tanto i consumatori cinesi quanto gli analisti internazionali, convinti che con l'inflazione al 7,7%, il massimo da quasi dodici anni, e i Giochi Olimpici alle porte, il Governo almeno fino al prossimo autunno non avrebbe osato imporre ritocchi significativi ai listini. Invece, dal giorno alla notte, i prezzi alla pompa di benzina e diesel – finora mantenuti irrisori grazie ai forti sussidi statali – sono stati alzati rispettivamente del 17 e del 18 per cento. Si tratta del secondo rincaro nel giro di meno di un anno (lo scorso novembre i prezzi erano saliti del 10%) e del più forte mai deciso nella storia cinese. Inoltre, questa volta la misura si estende anche al cherosene, che sarà più caro del 25%, e all'elettricità, destinata ad aumentare dal prossimo 1° luglio di circa il 5 per cento. Il carbone, che alimenta i due terzi delle centrali cinesi, avrà invece prezzi "congelati" per tutto il resto dell'anno.
L'effetto dei rincari per gli automobilisti è immediato. L'annuncio – diffuso dalla tv di Stato e confermato da una nota ufficiale della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme – ha preceduto di una manciata di ore l'entrata in vigore del nuovo listino, prevista per oggi, provocando protest e b tra i cittadini che si sono messi in coda davanti ai distributori di carburante, sperando di ottenere un pieno "scontato" prima dello scoccare della mezzanotte.
La liberalizzazione non è certo totale. Il Governo cinese ha promesso di continuare a tutelare le fasce più deboli della popolazione e ha garantito che non cesserà l'elargizione di sussidi ad alcune industrie chiave e al sistema nazionale dei trasporti. Nonostante il forte rincaro, inoltre, i prezzi dei carburanti restano abbastanza contenuti, quanto meno nel confronto internazionale: da oggi in Cina un litro di benzina costa 0,72 dollari, contro circa un dollaro negli Stati Uniti. In Italia il prezzo equivale a circa 2,3 dollari al litro.
I primi commenti degli analisti sono positivi. La decisione di Pechino va senza dubbio nella direzione giusta, nel favorire un riequ i blibrio dei mercati petroliferi: il boom dei consumi cinesi – alimentato non solo dal forte sviluppo economico, ma anche dal sistema di sussidi che schermano i consumatori dai rincari – è uno dei principali motori del formidabile rally del greggio, che prosegue ormai dai anni. Per Francisco Blanch, responsabile della ricerca sulle commodities di Merrill Lynch, la crescita della domanda cinese di greggio, oggi stimata superiore al 4%, potrebbe ridursi di circa un terzo grazie alle misure appena annunciate. Altri esperti sono più cauti, sottolineando in particolare che l'effetto potrebbe non essere immediato, per via dell'effetto Olimpiadi. A nessuno, tuttavia, sfugge l'enorme portata non solo economica, ma anche politica, di questa decisione, che Pechino ha scelto di annunciare tre giorni prima del vertice di Jeddah, in Arabia Saudita, dove consumatori e produttori di greggio si confronteranno su come arrestare la corsa dei prezzi.
sissi.bellomo@ilsole24ore.com
20/06/2008