Sono trascorsi quasi tre anni dalla presentazione del progetto per l'eco-city di Dongtan. La prima città ecocompatibile, a zero emissioni della Cina, grande tre quarti dell'attuale Manhattan, che sorgerà sull'isola di Chongming a nord di Shanghai. Entro il 2010, data che coinciderà con l'appuntamento del World Expo di Shanghai, sarà ultimata la prima fase dell'iniziativa ed entro il 2050 si completerà la costruzione dell'intera città. Il progetto, firmato da Arup per la Shanghai industrial investment corporation (Siic), é pronto per la fase di realizzazione e sarà in cantiere entro i prossimi mesi. «Il progetto per Dongtan – spiega Peter Head – é inteso come un modello per lo sviluppo di città sostenibili in Cina e nel mondo. Al suo interno, si costruirà il Dongtan Institute for Sustainability che diverrà un punto di ricerca e sperimentazione per sviluppi simili. Un istituto per la progettazione urbana sostenibile che sarà un punto d'incontro e di riferimento per business leader, autorità di governo, investitori, economisti e specialisti di settore»
Il suo ruolo sarà quello di essere un centro internazionale per esaminare la connessione tra le prestazioni economiche e quelle ambientali. Nascerà grazie a un'alleanza professionale che vedrà l'intervento di Hsbc e di Sustainable development capital Llp (Sdcl) accanto a Siic e Arup. Una partnership strategica a lungo termine finalizzata a sviluppare il modello di finanziamento per Dongtan e altre città sostenibili in Cina. The Dongtan Institute for Sustainability sarà un elemento chiave non solo per lo sviluppo della strategia commerciale di Dongtan, ma anche per indirizzare le opportunità di urbanizzazione e il degrado ambientale nel mondo. La prima fase di sviluppo dell'eco-city accoglierà circa 10.000 abitanti, crescerà intorno agli 80.000 residenti nel 2020 e raggiungerà i 500.000 nella terza fase.
Dongtan sarà una città costituita da tre villaggi che sorgerà in prossimità della punta meridionale di Chongming, l'isola alla foce del fiume Yang tze, che con una superficie di circa 1.200 chilometri quadrati é la terza per grandezza in Cina. Formata dall'accumulo di fango alluvionale, l'isola continua a crescere a una misura di circa 100 metri all'anno ed é qualificata dalla presenza di un parco naturale su terra umida dove sostano gli stormi di uccelli che migrano tra la Nuova Zelanda, l'Australia e la Siberia. «È stata proprio la delicata natura di quest'area a determinare uno dei temi fondamentali del progetto – spiegano i progettisti –. La nuova città dovrà rispettare l'ecosistema dell'area protetta e non interferire con la sua ecologia». Un elemento guida da cui è scaturita un'iniziativa di sviluppo sostenibile estesa alla totalità dell'intervento urbano e allargata a considerare non solo l'aspetto ambientale, ma anche quello sociale, culturale ed economico.
A differenza delle città tradizionali, Dongtan avrà una rete di trasporti pubblici con mezzi che utilizzeranno innovative tecnologie, quali motori a batteria o a celle a idrogeno. Le auto dovranno essere parcheggiate all'esterno del centro e la rete dei percorsi interni enfatizzerà le vie pedonali e le piste ciclabili insieme ai canali e ai laghi previsti al suo interno. Sarà una città tranquilla, dove si elimineranno il rumore del traffico e l'inquinamento dell'aria prodotti dai motori diesel e benzina e dove si ridurranno drasticamente le emissioni di anidride carbonica. Avrà estese aree verdi e spazi urbani, "green roof" per gli edifici e aumenterà la biodiversità sull'isola. Vi sarà un ampio uso di energie rinnovabili per il sistema di trasporti, per le infrastrutture e gli edifici. Per la loro costruzione si favorirà l'impiego di materiali locali e si utilizzerà una combinazione di tecnologie tradizionali e innovative che ridurrà il fabbisogno di energia di circa il 70 per cento. Energeticamente autosufficienti, utilizzando celle fotovoltaiche e microturbine eoliche, gli edifici avranno un uso prevalentemente residenziale e saranno ubicati a una distanza massima di 7 minuti a piedi dai trasporti pubblici, con un facile accesso alle strutture collettive quali scuole, ospedali e luoghi di lavoro.
Con un'area complessiva di circa 86 chilometri quadrati, solo il 40% dell'area di Dongtan verrà occupato da insediamenti urbani, che saranno separati della riserva naturale attraverso una "fascia di transizione" con una larghezza minima di 3,5 kilometri.
Autosufficiente non solo per la produzione di energia, ma anche sul piano alimentare, la nuova eco-city sarà qualificata da un'estesa attività agroindustriale e da terre agricole con fattorie organiche dove alle sostanze nutritive del terreno si accosteranno anche i rifiuti urbani trattati. Secondo le aspettative, Dongtan riciclerà e riutilizzerà circa il 90% dei rifiuti e quelli organici verranno impiegati come biomasse per la produzione d'energia. L'aspirazione sarà quella di divenire una "zero waste city". (re.g.)
24/04/2008