La notizia è succosa: l'economia cinese è di circa il 40% meno grossa di quanto si pensava. Ma come è possibile che nel passato ci si sia sbagliati di un tale ordine di grandezza?
La risposta sta in un acronimo semi-conosciuto: ppa, parità di potere d'acquisto. Chiunque abbia viaggiato in qualche Paese in via di sviluppo, sa che nella maggior parte dei casi dieci euro valgono in quei Paesi molto più di quanto valgano in Italia: il potere d'acquisto è maggiore, perché la roba - la frutta o il taglio di capelli - costa meno. Confrontando i redditi medi di quel Paese con quelli nostri bisogna allora tener conto di questi diversi livelli di prezzo, altrimenti si sottostimano i redditi del Paese povero. Un confronto corretto, quindi, non usa i cambi di mercato per comparare i redditi, ma un cambio diverso - appunto, la ppa - che corregge per il diverso livello di prezzi. Il problema è che per determinare la ppa bisogna fare complicati esercizi statistici: confrontare i prezzi dello stesso paniere di beni e servizi nei diversi Paesi.
Il che è molto più complesso di quanto non sia fare la stessa cosa seguendo i prezzi di un paniere all'interno di uno stesso Paese: i beni e servizi prodotti nel Bangladesh e in Danimarca, per esempio, sono estremamente diversi. Gli stessi contabili nazionali avvertono che i confronti dei redditi fra Paesi sono significativi solo quando la differenza eccede i 5 punti percentuali. E poi, questi panieri debbono essere rivisitati e i prezzi rilevati di nuovo a intervalli regolari, per non far invecchiare i confronti. Per la Cina, il paniere era fermo al 1980, estrapolato a oggi con l'inflazione interna cinese. Ma la nuova rilevazione dei prezzi - non ancora ufficiale - ha fatto emergere un costo della vita ben maggiore in Cina. E l'economia cinese, che alle vecchie ppa era più grossa di quella dell'Eurozona, si è sgonfiata.
22/12/2007