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Negrini, che fornisce da anni il materiale tecnico alla campionessa olimpica, forgia fioretti, spade e sciabole dal 1897.
Ora, a guidare l'azienda, che ha un fatturato di poco superiore al milione di euro, c'è la quarta generazione dei Negrini: Michele, 45 anni, che si occupa della parte tecnica, e Paolo, 49 anni, che segue l'ambito commerciale. Con loro anche la madre Anna Maria, la sarta di casa, la sarta dei campioni italiani da sempre. Perché Negrini, oggi, come in passato, è sinonimo di attrezzatura per la scherma (rappresenta circa il 60% del mercato italiano), anche se nel settore sono attive pure Eurofencing di Navacchio (Pisa), Carmimari di Milano e la tedesca Allstar.
Ai piedi del Teatro romano di Verona la bottega Negrini è chiusa per ferie ma si brinda all'ennesima medaglia di Valentina Vezzali, 34 anni e una collezione di successi mondiali: «La nostra realtà - dice Michele Negrini - ha carattere artigianale: ci sono due armieri, un tecnico che realizza le maschere e le due sarte che lavorano con mia madre». Sembra un mondo uscito da un romanzo dell'Ottocento, è una realtà produttiva importante: ogni anno Negrini realizza 800 divise, 1.500 maschere e circa 2mila armi, tra fioretti, sciabole e spade.
Le lame, in acciaio Maraging (è una lega utilizzata anche in aeronautica), sono acquistate in Francia, Russia e Ucraina, poi dalle mani degli armieri escono else e impugnature: «Ogni atleta - spiega Negrini - vuole un montaggio personalizzato e ci indica qual è l'angolazione che preferisce».
Arte antica, certo, ma anche ricerca: «Negli ultimi anni mi sono concentrato sul perfezionamento del meccanismo che serve a segnalare il colpo vincente. Con la Scherma Sport di Milano ho lavorato al miglioramento della punta elettrica che viene montata in fondo a ogni lama, ma si può fare ancora di più».
Per quanto riguarda le divise, Negrini utilizza un materiale tecnico sintetico, il Dynema (ben più forte del Kevlar), che viene acquistato in Germania e che è particolarmente resistente a eventuali penetrazioni di una lama che si rompe. Materiali ancora diversi per i giubbetti elettrici, grazie ai quali viene segnalato il colpo valido: sono un misto di acciaio inox e fibre di poliestere.
E di recente Valentina Vezzali ha chiesto un giubbetto personalizzato per ricordare alle avversarie la sua natura di cobra, che guarda dritto negli occhi e va all'assalto senza paura: le sarte della Negrini le hanno ricamato un cobra. Il cobra Vezzali è tornato. Anzi, non se ne è mai andato dai Giochi olimpici.
Maria Luisa Colledani
12/08/2008
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