La Cina apre all'hi-tech estero
La Cina apre all'hi-tech estero

La Cina apre all'hi-tech estero

Scambi. Pechino ha varato il nuovo Catalogo degli investimenti delle imprese straniere che entra in vigore dal 30 gennaio
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La prevenzione e la cura della salute della persona sono tra le attività alle quali Pechino apre le porte senza alcuna preclusione. La rete degli ospedali, specie quelli delle zone rurali è arretrata e fatiscente. Le farmacie non rappresentano una rete autonoma, le apparecchiature biomedicali sono altrettanto benvenute come il software necessario alla gestione dei dati sanitari.
Leasing e venture capital sono attività nelle quali i cinesi per la verità ancora non hanno il know how necessario per questo motivo è previsto che gli stranieri dotati dell'esperienza giusta possano entrare in campo per diventare partner o comunuqe diventare operativi sul mercato locale. Dopo le assicurazioni, quindi Pechino apre al capitale di rischio.
Nonostante lo scetticismo che accompagna l'accostamento tra proprietà intellettuale e Cina, il paese sta compiendo grossi passi in avanti non solo nella consapevolezza ma anche nella gestione pratica del diritto di tutela di brevetti e marchi. Merito anche del programma IPR2 lanciato dalla Comunità europea appena concluso. Ora c'è bisogno dei servizi collegati.
Gli scandali che hanno scosso l'opinione pubblica cinese hanno spinto l'acceleratore sulla revisione della legge sulla sicurezza alimentare e, di conseguenza, sull'apertura a tutto campo degli investimenti in tecnologie per la produzione, il trattamento e conservazione del cibo nonchè all'ottimizzazione delle risorse dell'agroalimentare.
La Cina non vuole pannelli solari ma veicoli elettrici, e li richiede con caratteristiche tecniche ben precise il che per un verso chiudere il campo a tecnologie nelle quali la Cina ormai è leader anzi, addirittura, si ritrova un surplus di produzione e dall'altro apre le porte ai fornitori stranieri di tecnologie per auto pulite, specie se elettriche. Quindi, nel catalogo, la distinzione è precisa.
Negli ultimi mesi i produttori di batterie sono stati tartassati dai controlli, sembra che addirittura le banche cinesi abbiano usato la leva dei rientri sui finanziamenti per far pulizia in un settore inflazionato e inquinante, sono rimaste in piedi le più corrette. Adesso Pechino dà il benvenuto a chi riesce ad organizzare lo smaltimento tout court di materiale hi-tech inquinante

08/01/2012
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