Di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 16 set. - Le specificità del sistema previdenziale italiano di scena a Pechino. Pensioni e assistenza sociale sono stati i temi affrontati dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, in questi giorni in Cina, che ha presentato le riforme italiane in una conferenza all'Ambasciata d'Italia dal tema "Riforme e ripresa economica in Italia". I temi della previdenza e delle pensioni sono di grande interesse per la Cina alle prese con le riforme di sistema: Pechino guarda da tempo ai modelli dell'occidente e a quello italiano con particolare attenzione per fare fronte ai problemi del welfare di un Paese che conta più di 1,3 miliardi di abitanti e che ha problemi di ricambio generazionale nella forza lavoro dopo più di trenta anni di politica del figlio unico.
Sotto il profilo pensionistico "la Cina guarda al sistema contributivo, che in Italia è stato introdotto nella seconda metà degli anni Novanta - dichiara Boeri - che lega in maniera molto stretta i contributi versati alle pensioni future, un aspetto che interessa molto ai cinesi che hanno problemi di di raccolta dei contributi sociali e previdenziali". Il sistema italiano può fungere da modello per la Cina anche sul piano dell'assistenza, soprattutto nell'identificazione dei beneficiari: Boeri cita la riforma dell'Isee, che permette la raccolta delle informazioni di base e patrimoniali delle famiglie e "permette di capire quali sono le persone che davvero hanno bisogno di aiuto".
Difficile, però, una replica dei modelli di welfare europei in Cina, per Boeri. "Nessuno può esportare un modello in un Paese come la Cina - sostiene l'economista - La Cina è un Paese talmente grande che non può che avere una sua specificità, anche se alcune cose che possono sembrare piccole possono rivelarsi molto importanti" per il gigante asiatico. Durante la conferenza, Boeri ha poi illustrato le riforme in corso in Italia, a cominciare da quella del mercato del lavoro e da quelle della pubblica amministrazione. I due modelli, quello italiano e quello cinese, non sono comparabili sotto il profilo numerico, anche se l'inizio della ripresa nell'economia italiana può fungere da spunto anche per la Cina, in cui gli indicatori economici segnalano da mesi una forte fase di rallentamento: il tasso di crescita dell'Italia, rispetto al 7% di quello cinese, è "ridicolo", ha spiegato, ma l'Italia sta uscendo da una "recessione davvero brutta" e ora sta assistendo a una fase di "lenta ripresa".
16 SETTEMBRE 2015
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