Atene - Vladimir Putin ha chiuso il suo viaggio in Grecia compiendo una visita alla comunita' monastica del Monte Atos e cosi' rinsaldando l'alleanza con la Chiesa ortodossa, che ha in quel sito uno dei piu' importanti simboli. Accompagnato dal patriarca Cirillo, capo della chiesa ortodossa russa, Putin, che spesso ha fatto cenno a propria fede in discorsi pubblici, ha voluto dimostrare anche sul piano religioso un'amicizia tra Mosca e Atene, che la Russia ha sollecitato sulla scia di relazioni non proprio felici tra la Grecia e l'Unione europea. Non a caso, il giorno dopo in cui sono stati chiusi diversi contratti tra i due paesi, il capo del Cremlino aveva al proprio fianco il ministro degli Esteri, Nikos Kotzias, ex comunista, che Bruxelles ebbe un duro scontro lo scorso anno precisando che non si sarebbe dovuti andare a "spasmodiche" iniziative contro Mosca in merito alla crisi ucraina.
Monte Athos è la penisola più orientale delle tre che compongono la Calcidica, nella Grecia settentrionale, ed è un vero e proprio Stato autonomo all’interno della sovranità greca. Questo lembo di terra è ritenuto sacro ed è montuoso, la vetta più alta raggiunge i 2 mila 39 metri sul livello del mare, e di una grande bellezza naturale: ospita 20 monasteri ortodossi, di cui 17 greci, uno russo, uno serbo e uno bulgaro, manufatti e monumenti religiosi di immenso valore artistico spesso edificati sulla sommità di piccole colline. Solo la comunità monastica, che oggi conta poco più di un migliaio religiosi, può stabilirsi nella penisola. La storia del Monte Athos ha avuto inizio nel 963 quando Sant’Atanasio istituì il monastero di Grande Lavra, ancora oggi il più importante. Oltre ai monasteri esistono 12 piccole comunità minori di monaci e vari eremi. Per i laici è possibile visitare il Monte Athos una volta ottenuto un permesso speciale, per le donne, invece, vige il divieto è assoluto d’accesso. La procedura per ottenere il permesso è complicato e lungo, soprattutto per i visitatori non ortodossi. (AGI)
(AGI)