(AGI) - Roma, 10 set. - "Si tratta di una scoperta davveroeccezionale, destinata ad aprire nuovi e affascinanti scenarinella comprensione della storia evolutiva della nostra specie".Lo ha spiegato all'Agi Olga Rickards, antropologadell'Universita' di Tor Vergata commentando la notizia dellascoperta, in una caverna in Sudafrica dei una nuova specie diominide, l'Homo Naledi. "Sono - ha spiegato l'antropologa -molteplici i motivi per cui questa scoperta e' cosi'importante. Il primo e' che siamo di fronte alla confermadefinitiva che l'evoluzione della nostra specie non ha seguitoun percorso evolutivo lineare, per cui da una specie ne e' natauna nuova". Niente a che vedere insomma con la classicaimmagine che raffigura la storia dell'uomo come una sorta dielevazione dallo status di scimmia a quello attuale. "Questiritrovamenti - afferma Rickards - sono la conferma, definitivache l'immagine piu' adatta a rappresentare l'evoluzione dellanostra specie e' quella del cespuglio, in cui ogni ramorappresenta una diversa specie che, a sua volta ne ha generatealtre, e che molte tra queste hanno tra loro in comune moltopoco". A rendere ancora piu' affascinante il ritrovamentoavvenuto nella 'Caverna della Stella Nascente' e' la scopertache questi ominidi "hanno caratteristiche che nel loro insiemesono uniche" spiega la ricercatrice romana. "Innanzitutto -dice - ha la scatola cranica molto piccola, che lo rendesimile, per dimensione, piu' ad un Australopiteco, un generemolto antico, che non a una specie appartenente al genere Homo,piu' recente". Allo stesso tempo i ricercatori hanno osservatoindizi di una possibile sepoltura intenzionale, dimostrandoquindi una cura per i defunti che fino ad oggi era nota solo inspecie di ominidi piu' recenti come i Neandertal o iFloresiensis, con cervelli molto piu' grandi di quelli delNaledi. "Se fosse confermata la sepoltura, vorrebbe dire che ledimensioni del cervello sono solo relativamente importanti aifini dello sviluppo di capacita' cognitive piu' sofisticate,come il pensiero astratto", spiega Rickards. Accanto ad uncervello molto raffinato, questo ominide aveva pero' ditapiuttosto arcaiche, con le falangi ricurve, come se vivesseancora in larga misura sugli alberi. Lo stesso vale per altrecaratteristiche, come il torace e i piedi, simili a quelli diSapiens. Manca pero' ancora un tassello importante per definiremeglio Homo Naledi. Forse si tratta del piu' importante. "Nonsappiamo ancora a quale eta' risalgono i ritrovamenti. Questodato e' essenziale - spiga la ricercatrice - per comprendere ilruolo giocato da questa specie all'interno del genere Homo, ede' importante anche per interpretare le caratteristichemorfologiche di questa stessa specie. Spero che i dati sulladatazione arrivino al piu' presto". (AGI).