Breve storia del marchio Versace
La fondazione dell'azienda, il successo, la consacrazione fino alla tragedia del 1997, la crisi e la rinascita di un marchio acquistato da Micheal Kors

Quando 21 anni fa venne assassinato Gianni Versace, fondatore della celebre maison di moda, si pensava che l'azienda sarebbe morta insieme a lui. E invece, pur attraversando un momento di forte crisi durata diversi anni, come un'araba fenice la società si è ripresa grazie anche all'impegno della famiglia che ha proseguito a detenerne il controllo.
La notizia che Versace stesse per essere venduta era già da tempo nell'aria, anche se Donatella non uscirà dall'azienda e resterà direttore creativo. Ma è comunque una tappa importante nella storia di quest'azienda, nel settore tra le più celebri al mondo, che ha segnato la storia della moda dai tempi della Milano da bere.
La fondazione della Versace
Fu Gianni a fondarla nel 1978 e quasi da subito si distinse per la sua originalità: lui calabrese di nascita, ma fin da piccolo a Milano a fianco della madre nella sartoria di famiglia, si fece subito conoscere nell'ambiente della moda per la stravaganza dello stile e per l'attenzione rivolta alla ricercatezza dei materiali, alla pregiatezza dei tessuti e anche per uno stile un po' spregiudicato.
Ad esempio, negli anni Ottanta venne presentato un look in stile sadomaso che all'epoca fece gridare allo scandalo i mass media. Ma il suo stile stravagante, elaborato e dirompente era riuscito a catturare l'attenzione delle 'star', sempre presenti alle sue sfilate, da Elton John a Bon Jovi, da Sylvester Stallone a Madonna, con cui lo stilista aveva solidi rapporti di amicizia.
Non solo, sembra pure che a Versace si debba la nascita del fenomeno delle supermodelle strapagate, quelle che si trasformano in vere e proprie icone. Ad apprezzarne le creazioni (e soprattutto a indossarle), sono state le più celebri e ammirate top model: Naomi Campbell, Linda Evangelista, Claudia Schiffer, Carla Bruni, Cindy Crawford, solo per citarne alcune.
Gianni era molto fiero dell'impero che andava creando, tanto che nel 1995 la rivista Time lo consacrò uomo del momento: "Chi si innamora di Versace non torna indietro", ripeteva spesso dopo aver scelto la Medusa, creatura mitologica maledetta dagli Dei dell'Olimpo, come simbolo della sua maison.
La consacrazione, poi la tragedia
Nel 1988 entra poi nell'azienda la sorella minore, Donatella, a cui viene affidata la direzione del marchio Versus, linea giovane Versace. Gianni era molto legato alla sorella, tanto che da ragazzi erano molto complici e lei assecondava le fantasie del fratello, vestendosi a soli 11 anni secondo le sue indicazioni e cioè con i capelli biondo-platino, in minigonna e gli stivali alti di pelle.(AGI)Pit (Segue)
Poi la tragedia: il 15 luglio 1997 Gianni Versace viene assassinato nella propria villa a Miami Beach da Andrew Cunanan con due colpi in testa. Non si conoscono i legami fra i due, ma nove giorni dopo l'assassinio, Cunanan si spara alla tempia nella sua camera da letto. Versace viene cremato e sepolto sul lago di Como.
Alla morte dello stilista, che lascia tutta la sua quota alla nipote Allegra di 11 anni, il marchio sprofonda in una grave crisi economica ma resta comunque in piedi.
La crisi, poi la rinascita dell'azienda
Nel 2004 arriva Giancarlo Di Risio come ad del gruppo e riesce con un drastico taglio dei costi a rimettere l'azienda in piedi. Il posto di direttore creativo del brand passa a Donatella Versace. Nel febbraio 2014 il 20% della controllante GiVi holding (il 30% in mano a Santo Versace, il 20% a Donatella Versace, il 50% a Allegra Versace Beck) viene acquisito dall'americano Blackstone Group per 150 milioni di euro.
La storia del brand prosegue grazie alla grinta di Donatella Versace: dalla collaborazione con Lady Gaga, fino ad arrivare al Jungle Dress sfoggiato dalla sensuale Jennifer Lopez sul red carpet dei 42 Grammy Awards nel 2000, Donatella è riuscita a tenere fede all'eredità colossale lasciatagli dal fratello.
Secondo gli ultimi dati economici disponibili, nel 2016 il giro d'affari è risultato di 668,7 milioni di euro, in aumento del 3,7% ma i ricavi hanno comunque frenato (+3,5%), visto che nel 2015 segnavano +17,5% (+8,6% a cambi costanti) sull'anno precedente. Sempre nel 2016, la Maison ha invece registrato una perdita di 7,4 milioni mentre nel 2017 il fatturato è in linea con quello dell'anno precedente (668 milioni, -0,1%). Gli utili, l'anno scorso, hanno toccato i 15 milioni rispetto ad un perdita di oltre 7 milioni nel 2016. I costi operativi sono invece lievitati di ben 60,7 milioni, sfiorando quota 630 milioni.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it