Anche Uber punta sui servizi finanziari e lancia Uber Money. In un mondo in cui le banche diventano app e le app diventano banche, non è certo una mossa inedita. La compagnia si aggiunge alla coda di chi ha già lanciato conti e carte di credito. L'obiettivo, nel caso di Uber, non è però intercettare un nuovo flusso di incassi. Almeno per ora.
Primo obiettivo: gli autisti
Uber Money include una gamma di servizi. In parte sono nuovi, altri esistevano già ma saranno potenziati. La compagnia introduce nell'app un sistema "in tempo reale" con il quale gli autisti e i fattorini possono incassare, monitorare e gestire quello che guadagnano immediatamente. Oggi gli autisti devono attendere una settimana prima di avere a disposizione il proprio incasso. Potranno averlo subito, a patto di avere un conto e una carta di debito Uber, sostenuti dai partner Visa e Green Dot.
Non ci sono costi fissi ma vengono introdotte due novità. Primo: la gestione del conto sarà integrata nell'app e per gli autisti sarà più semplice avere tutto sott'occhio. Secondo: se si usa la carta, c'è un cashback (cioè un rimborso) sulle spese di carburante tra il 3 e il 6%. Dipende dalla posizione occupata dagli autisti nella gerarchia di Uber. In sostanza: più lavori, maggiore sarà il rimborso. Senza la necessità di avere un secondo conto corrente. (AGI) Di2/Gav (Segue) (AGI) - Roma, 29 ott.
Carta di credito con sconto
Fin qui i servizi si rivolgono solo agli autisti. E solo (per ora) negli Stati Uniti. Altri due prodotti coinvolgono anche i clienti. Uber Wallet è un nuovo portafogli digitale, integrato nell'app, con cui monitorare incassi (nel caso degli autisti) e spese (degli stessi driver ma anche degli utenti). All'inizio, Wallet sarà disponibile solo per i collaboratori della compagnia, ma arriverà anche su Uber Eats (per i fattorini e per chi ordina a domicilio) e Uber (per chi prenota una corsa in auto).
Il quarto prodotto è una carta di credito, in collaborazione con Barclays. Chi la utilizza riceve un cashback del 5% sulle cifre spese su Uber, Uber Eats, Jump (il marchio delle bici e dei monopattini elettrici condivisi) e Copter (il servizio con cui s prenotano voli da Manhattan all'aeroporto Jfk).
Un ecosistema da rinsaldare
In un primo momento l'attenzione si concentra sugli autisti. Avere la disponibilità immediata dei propri incassi e uno sconto sul carburante è uno dei tanti bonus che la compagnia ha adottato negli ultimi mesi. La gestione dell'attività, senza tariffe di banche terze, riduce le spese di gestione e - di conseguenza - aumenta i margini (risicati) dei driver. Disincentiva l'uso del contante, che spesso - tra resto e monete - rappresenta un impiccio: "Il tempo e' denaro", afferma il video di lancio di Uber Money.
In questo modo i driver recuperano minuti preziosi per nuove corse. E, di conseguenza, anche la compagnia guadagna di piu'. L'obiettivo è quindi migliorare le condizioni di lavoro, anche per alleggerire le pressioni che spingono all'inquadramento come dipendenti. Adottando propri pagamenti, conti e carte - poi - si rinsalda l'ecosistema. Uber, grazie ai sui numeri, può negoziare con le banche condizioni favorevoli.
Un ulteriore incentivo per gli autisti, che così ci penserebbero due volte prima di lasciare il posto. È una mossa simile a quella di Apple Card: cashback generoso e associazione con l'iPhone sono (anche) un incentivo indiretto ad acquistare servizi della Mela e rinunciare a uno smartphone Android.
Uber Banca
I singoli servizi non sono rivoluzionari. Ma non si può valutare il loro impatto senza tener presente la scala di Uber. Anche limitando i servizi ai soli autisti, si parla di circa 4 milioni di persone. Gli utenti sono più di 110 milioni e il "gross booking" (cioè quanti soldi transitano dalle app) ha superato i 30 miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2019. Al di là dei singoli servizi, per ora limitati agli Stati Uniti, la costituzione di Uber Money è quindi un messaggio: "Vogliamo aiutare tutti capire che c'è una nuova parte di Uber focalizzata sui servizi finanziari", ha spiegato il capo della nuova divisione Peter Hazlehurst.
Con quale obiettivo? "Dare alle persone accesso a servizi dai quali sono esclusi". Tradotto: guidare per Uber vorrebbe dire avere un conto corrente che altrimenti gli autisti non potrebbero permettersi, specie in mercati finanziariamente meno maturi. Ecco perche', dopo l'esordio negli Usa - scrive il Financial Times - i servizi dovrebbero arrivare in Messico. E puntano gli occhi al Brasile. -
L'ecosistema fatto in casa
In futuro, allargando i servizi agli utenti, Uber potrebbe puntare a diventare una "super-app", sul modello di WeChat, e generare fatturato aggiuntivo. È questa la tendenza: essere un'app-ecosistema dove convivono servizi, prodotti, pagamenti, comunicazione, mobilità. Ci stanno provando quasi tutti i grandi gruppi. E quasi tutti passano dai servizi finanziari. Oltre ai vari "Pay" di Google, Samsung, Amazon ed Apple, la Mela ha lanciato la sua carta di credito e Bezos offre prestiti alle imprese che vendono sulla piattaforma di e-commerce.
Le "cripto" sono una strada diversa per raggiungere lo stesso obiettivo: fare tutto all'interno del proprio ecosistema. Giocare, chattare, informarsi, comprare, pagare. Andava in questa direzione il progetto desaparecido di Gram (la moneta di Telegram). E va in questa direzione anche Libra, la moneta digitale promossa da Facebook. Come dimostrano questi casi, pero', creare una "WeChat d'occidente" si sta dimostrando complicato. Lo e' ancor di piu' costruire un ecosistema fatto in casa.