L'accordo con la Commissione europea per evitare la procedura d'infrazione è possibile ma la decisione spetta alla politica. È un messaggio chiaro quello che il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha lanciato ai due soci di maggioranza, Lega e M5s, alla vigilia dell'incontro tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, tappa decisiva nella delicata trattativa con Bruxelles.
A Conte è stato affidato il compito di portare avanti il negoziato con l'Europa e domani Tria sarà al suo fianco a Bruxelles. L'obiettivo del governo è trovare spazi finanziari per ridurre il deficit, da qui al 19 dicembre, data in cui la Commissione Ue potrebbe formalizzate la procedura d'infrazione.
Spazi che, secondo il responsabile dell'Economia, "ci sono" e che derivano dalla rimodulazione delle misure cardine della manovra, reddito di cittadinanza e quota 100. "È possibile evitare" la procedura di infrazione nei confronti dell'Italia "ma si tratta di prendere una decisione politica rispetto a varie alternative", ha sottolineato Tria anche in vista della riunione in programma stasera a Palazzo Chigi.
"Ormai siamo arrivati, entro la giornata si arriverà a determinare quale siano i possibili saldi di bilancio e poi ci sarà la decisione politica". "Il lavoro che stiamo facendo è di vedere semplicemente, e semplicemente è un modo di dire che a volte sfugge - ha ironizzato il ministro - in che modo si possono diminuire le divergenze tra l'Italia e la Commissione europea ". La manovra, ha assicurato il titolare di Via XX Settembre, "non sarà rivoluzionata": reddito di cittadinanza e quota 100 resteranno ma "costeranno meno di quanto preventivato" e ci vorrà qualche mese per poterli realizzare.
Il deficit al 2,4% rimane il nodo, anche se "non è clamoroso"
Il ministro resta fermo sulla linea della prudenza: il deficit al 2,4% del Pil "non è clamoroso" ma "se si troverà un accordo con l'Unione europea sarebbe preferibile destinare i risparmi alla riduzione del deficit" e questo "non perchè non serva una politica espansiva ma perchè c'è un'incertezza dei mercati e bisogna recuperare la fiducia". Il governo sta studiando anche altri tipi di misure che potranno portare dei risparmi, oltre a un piano di dismissioni. Ma è arrivato il momento di decidere, ha voluto chiarire Tria, se destinare le risorse aggiuntive alla riduzione del deficit o a maggiori investimenti.
E la decisione spetta ai partiti di maggioranza. Il premier Conte nella sua informativa alle Camere in vista del Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre ha voluto rassicurare. "Domani mi rechero' a Bruxelles per incontrare i componenti della commissione Ue" e "non andro' con un libro dei sogni". Mi "confrontero' sui numeri", ha detto il premier sottolineando che "l'interlocuzione con la Ue è fondamentale".
"Non ho mai interrotto i canali del dialogo e ho lavorato per avvicinare le posizioni - ha osservato - e per spiegare la coerenza della manovra economica. Non intendo distogliere l'attenzione sui saldi finali. Ho lavorato affinchè siano puntualmente quantificati i costi delle misure". E, assicurano fonti di Palazzo Chigi, domani il premier presenterà sul tavolo del presidente della Commissione europea Juncker "una proposta diversa rispetto all'ultimo incontro".