Che ruolo ha Paolo Savona nel fondo Euklid? 
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Che ruolo ha Paolo Savona nel fondo Euklid? 

Paolo Savona all'Economia o niente governo. A maggio, sul nome del professore si era discusso a lungo. Il primo indizio ufficiale di un suo incarico erano state le dimissioni dalla società di cui era presidente, la startup Euklid. Lasciava per “sopravvenuti importanti impegni pubblici in Italia”. Il 13 ottobre, il vicedirettore del Corriere della Sera Federico Fubini scrive di un “giallo”: il ministro degli Affari europei risulta ancora “attivo” come “director” di Euklid. Savona risponde parlando di “nulla mascherato da un falso”. Come stanno le cose?

Quando si è dimesso Paolo Savona?

Paolo Savona, come ribadito in una nota del ministero, ha inviato la sua lettera di dimissioni il 20 maggio 2018. Euklid, come verificato da Agi, le ha ricevuto il giorno successivo. Per poi renderle pubbliche il 23 maggio con un comunicato stampa. Al posto di Savona arriva alla presidenza di Euklid Elio Stocchi. Versione confermata dai documenti ufficiali, sia londinesi che lussemburghesi. Cosa c'entra il Lussemburgo? Euklid opera attraverso un triangolo di società. Euklid Ltd ha sede a Londra ed è la compagnia che fornisce l'indirizzo e la tecnologia: algoritmi che analizzano dati, imparano dai mercati e indicano l'investimento.

Ci sono poi Euklid Master Fund ed Euklid Feeder Fund. Il primo è il fondo che investe, nutrito dalle risorse che passano dal secondo. Entrambi hanno sede in Lussemburgo. Savona era presidente di Euklid Ltd, co-direttore di Euklid Master Fund e manager di Euklid Feeder Fund. L'11 giugno, le dimissioni sono state recepite dalle autorità lussemburghesi, come testimonia il Registre de commerce et des sociétés. In Gran Bretagna, invece, c'è stato un intoppo. Come conferma Euklid, si è trattato di “un fraintendimento tra il team legale e quello dei commercialisti”.

Il documento indirizzato alla Companies House, la camera di commercio birtannica, non è partito. Ed è questo il motivo per cui il database delle imprese non era aggiornato quando consultato dal Corriere della Sera. Non è vero però che Euklid ha “accettato” le dimissioni di Savona solo dopo l'articolo. È vero che, dopo un controllo interno seguito a quanto scritto da Fubini, ha inviato la notifica e il registro è stato aggiornato in poche ore. La Comapanies House, interpellata via Twitter, ha affermato che “le compagnie sono tenute ad aggiornare i registri. Noi possiamo farlo solo dopo aver ricevuto una notifica”.

La normativa dà alle società 14 giorni di tempo, ma non è inusuale un ritardo più corposo. Tanto che la Comapanies House ha fatto sapere, sempre su Twitter, che “non verrà intrapresa alcuna azione poiché adesso è stata rispettata la conformità e il registro mostra le informazioni corrette”. La data delle dimissioni riportata è il 21 maggio 2018, la stessa in cui viene nominato Elio Stocchi.

Paolo Savona è ancora azionista?

Euklid ha raccolto nel 2016 400.000 euro. Sono state le risorse con cui far crescere e svilupapre la società. La sottoscrizione delle quote del fondo sono invece partite lo scorso agosto, con una taglia minima di 125.000 euro. Secondo la sua dichirazioni dei redditi (pubblica e nota da quando Savona ha assunto l'incarico), il ministro possiede il 14% di Euklid Ltd. Cioè non del fondo ma della società che rappresenta il primo anello della catena. A febbraio, però, sono state sottoscritte opzioni che hanno fissato la diluizione della quota al 5%.

Sì, Paolo Savona resta azionista di Euklid Ltd, anche se con una fetta inferiore. Una scelta precedente e che non dipende dagli impegni politici. Simeone afferma di aver saputo “con sorpresa” della discesa in campo “pochi giorni prima” delle dimissioni. “Il professore – racconta – non era una semplice figura di rappresentanza. Ci ha aiutato dal punto di vista legale, nella costituzione della società. Era quasi un co-fondatore e non aveva incarichi politici da tanto tempo. Euklid è anche una sua creatura”. Tanto che Savona non avrebbe mai valutato la cessione della sua quota. Se la diluizione era già prevista, “non si è mai parlato” di una vendita, afferma Simeone, e “non penso sia sua intenzione”.

Decisioni del governo e investimenti

Nella forma, la posizione di Savona sembra chiara. Non ha incarichi in alcuna società di Euklid da maggio. Resta il tema di opportunità: è giusto che un ministro con competenze economiche possieda quote di una società legata a un fondo d'investimento? È indubbio che le decisioni di un governo impattino sui titoli scambiati.

Parlando in generale: è possibile che le sue decisioni possano essere sfruttate per fare profitti. O, peggio, possano essere utilizzate informazioni privilegiate (è un reato: insider trading). Fa parte del gioco non solo puntare sul rialzo di un titolo ma anche scommettere sul suo ribasso. Lo fa anche Euklid, non sui titoli di Stato ma sulle azioni sì (anche su quelle il cui business è più strettamente legato alle scelte del governo). Il fondo lavora scambiando azioni di 184 società, per il 70% statunitensi. Quelle italiane sono quattro: Eni, Atlantia, Generali e Telecom Italia e pesano poco più del 2% (cioè circa 20 mila euro su un milione).

Scommettere a favore o contro l'Italia con questi volumi (Euklid non svela quanto gestisce ma non è certo un mega-fondo) e avere effetti sistemici è impossibile. Anche se nulla vieta di poterlo fare sul singolo titolo. Al netto di questa considerazione, però, resta il tema di principio: è opportuno che un ministro sia azionista di una società legata al fondo? È una domanda legittima anche nel caso (questo) in cui Savona ha abbandonato ogni ruolo operativo.

Intelligenza artificiale e conflitto d'interesse

C'è però un'altra questione. Euklid-Savona è il primo caso in Italia (e probabilmente non solo) di un ministro con interessi in una società che investe usando l'intelligenza artificiale e la blockchain. Gli algoritmi di Euklid guidano investimenti in modo automatizzato. È quindi complicato gestirli “manualmente”, anche se gli algoritmi non sono blindati e sono accessibili a interventi “esterni”. Provvedono però, da sé, si legge sul sito di Euklid, “a selezionare e individuare, dal caos delle transazioni, quale sia il tratto prevalente dei comportamenti.

Seguono una logica opposta alle usuali regole del trading, che esclude, per principio, che lo stesso risultato possa ripetersi due volte. E hanno una rapida attitudine ad adattarsi in tempo reale, al cambiamento, ai nuovi scenari del momento”. In altre parole: gli algoritmi non sono camere asettiche estranee agli effetti del governo sui mercati. Masticano dati umani ma li osservano con uno sguardo diverso, che a un umano pare spesso incomprensibile.

Tutte le transazioni di Euklid sono poi tracciate su blockchain. La “catena di blocchi” nata con Bitcoin permette ai clienti di vedere le scelte fatte e rende la traccia dei movimenti immutabile in un registro condiviso. Tutte queste caratteristiche non cancellano il tema dell'opportunità, ma portano con sé una domanda: può un una tecnologia come l'intelligenza artificiale (con processi automatizzati e trasparenti) influenzare la prospettiva su un conflitto d'interessi?

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