I nodi da sciogliere per arrivare alla pace fiscale
Lunedì si tiene il consiglio dei ministri sul decreto fiscale e sul documento programmatico di bilancio. E la trattativa tra i due partiti di maggioranza è ancora in corso

Governo al lavoro sulla legge di bilancio con i tempi sempre più stretti. Lunedi 15 ottobre alle 18 si terrà il Consiglio dei ministri sul decreto fiscale e sul Documento programmatico di bilancio, cornice della manovra.
Secondo più fonti l'obiettivo è di chiudere tutto lunedì ma non è ancora stato trovato un accordo tra M5S e Lega sulla pace fiscale. Il varo del dl fiscale potrebbe quindi slittare anche se il Dpb, che contiene la quantificazione delle misure, deve essere inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre. La manovra invece deve essere trasmessa alle Camere entro il 20 e non è escluso che un secondo Cdm si possa tenere prima di quella data, presumibilmente giovedì.
Conte si dice soddisfatto
Il premier Giuseppe Conte conferma la riunione di lunedì e si dice soddisfatto del lavoro fatto: "Nel pomeriggio abbiamo il Consiglio dei ministri dove porteremo ovviamente in deliberazione il decreto fiscale e il disegno di legge sul bilancio. Sicuramente - spiega - ci riuniremo anche prima per concordare gli ultimi dettagli su questi due testi normativi molto importanti".
"Sono convinto e soddisfatto del lavoro fatto. - aggiunge in visita a Bologna - Noi stiamo invertendo il trend che ci portava in zona recessione, in una prospettiva di completa recessione, quindi ho avvertito anche la responsabilità, come massima autorità di governo, di invertire questo trend e puntare invece decisamente sulla crescita, crescita economica ma significa anche sviluppo sociale del Paese".
Il presidente del consiglio si dice anche fiducioso sui giudizi dell'Europa: "A me interessa innanzitutto il metodo, prima bisogna sedersi ad un tavolo, analizzare i contenuti e dobbiamo avere il tempo di poter spiegare come l'abbiamo impostata. - dice - Non esiste, se non attraverso pregiudizi, una valutazione preventiva quindi lasciateci il tempo di sedere attorno ad un tavolo con i nostri interlocutori europei e di spiegare la nostra manovra. Sono convinto di poterli persuadere", conclude.
Salvini: "Abbiamo tutti contro"
Il ministro degli Interni e vicepremier Matteo Salvini da Trento assicura che "nella manovra economica deve essere smontata la legge Fornero e quindi bisogna ridare le pensioni agli italiani". "Non sono un piangina", aggiunge poi Salvini che fa notare che "abbiamo tutti contro, tutti: la Commissione europea, il Consiglio Europeo, la Banca d'Italia, la Corte dei Conti, il presidente dell'Inps. Chiunque abbia interesse a non mollare la poltrona ce l'ha con Salvini, con il governo, con Conte". Insomma, dice il vicepremier e ministro dell'Interno, "gente che non ha fatto una mazza per vent'anni, è quattro mesi che rompe le palle ogni quarto d'ora". "Lunedi' - conclude - si partirà con il decreto fiscale".
I nodi da sciogliere
Prosegue infatti la trattativa tra M5s e Lega sul dl. Da una parte i pentastellati dicono no a un'operazione che potrebbe configurarsi come un vero e proprio condono, dall'altra il partito di Salvini prende tempo ma tira diritto con l'intento di portare a casa un provvedimento che sia coerente con quanto promesso all'elettorato. Decisivo sarà il vertice politico annunciato da Conte prima del Cdm per riuscire a trovare la quadra sulla pace fiscale, cavallo di battaglia della Lega.
L'unico a fornire dettagli ieri è stato il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri (Lega). Secondo Siri la soluzione potrebbe essere vicina: i contribuenti in regola con il Fisco e che hanno difficoltà economiche potranno sanare il proprio debito vedendosi applicare un'aliquota al 25% sull'imposta dovuta senza pagare interessi e sanzioni.
L'altro nodo da sciogliere resta la soglia di debito da fissare entro cui il contribuente che ha un contenzioso con il fisco potrebbe accedere alla sanatoria: il punto di caduta potrebbe essere 200.000 euro. Secondo quanto si apprende la Lega continua a puntare a un tetto di 500.000 euro ma i pentastellati premono per scendere a 200.000 euro. Infine si sta lavorando per allargare lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro oltre il 2010. Al momento le bozze del decreto circolate prevedono lo stralcio per i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2010. Non si tratterebbe solo di debiti tributari ma anche di multe stradali e di tributi locali.
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