La Corea del Sud taglia 16 ore di lavoro a settimana. Ma non erano i più stakanovisti

Il taglio, deciso con una maggioranza schiacciante rappresenta un cambiamento epocale per Seul. Che costerà 11 miliardi alle aziende

 

La Corea del Sud taglia 16 ore di lavoro a settimana. Ma non erano i più stakanovisti 
JUNG Yeon-Je / AFP 
 Un operaio al lavoro nello stadio olimpico di Pyeongchang

Una legge per ridurre la settimana lavorativa e ridurre lo stress dei dipendenti. In Corea del Sud stanno provando, in questo modo, a migliorare la qualità della vita dei cittadini e, contemporaneamente, a ridurre la disoccupazione. E non si tratta di un piccolo taglio: da 68 a 52 ore.

La nuova norma, che è stata approvata con una maggioranza schiacciante, entrerà in vigore a luglio e riguarderà inizialmente le grandi aziende, ovvero quelle che contano almeno 300 impiegati. In una seconda fase, che partirà tra il 2020 e il 2021, diventerà obbligatoria anche per quelle più piccole.

Una promessa mantenuta

Come scrive il Guardian, la riduzione è la conseguenza di una promessa elettorale fatta dall’attuale presidente Moon Jae-in. Tra gli obiettivi della nuova legge c’è anche quello di concedere ai coreani più tempo da passare in famiglia. Un incentivo per combattere il fenomeno della bassa natalità il cui tasso, nel 2017, ha toccato i minimi storici. Non sorprende che, accanto a questa misura, sia stato approvato anche un aumento, circa il 16%, del salario minimo. La nuova settimana lavorativa in Corea del Sud consisterà in 40 ore di servizio normale e 12 ore di lavoro straordinario. Per i ragazzi che non hanno ancora compiuto 18 anni l’orario scenderà a 35 ore.

Seconda solo al Messico

A guardare gli ultimi dati non sorprende che il governo di Seul abbia deciso di cambiare drasticamente le abitudini lavorative dei cittadini. Solo il Messico, come riporta un report dell’Organizzazione internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, adotta orari più lunghi e stressanti. I sudcoreani, ad esempio, lavorano in media 2070 ore all’anno, circa 400 ore in più all’anno dei loro colleghi in Giappone, Regno Unito o Australia. Con redditi medi simili. Un cambiamento epocale che non tutte le aziende, però, hanno apprezzato. Secondo uno studio del Korean Economic Research Insitute, infatti, per mantenere gli stessi standard di produzione si dovrà investire all’anno una cifra intorno agli 11 miliardi di dollari. Un investimento oneroso ma necessario visto che, in gioco, c’è il futuro e la felicità dei dipendenti.

 



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