AGI - Raggiunto l'accordo: Amazon verserà complessivamente al Fisco italiano 723 milioni. Oggi sono stati versati 511 mln per mancate comunicazioni di operazioni su piattaforme digitali previste dalla direttiva Ue.
Gli altri 211 mln sono stati versati nei giorni scorsi e riguardano il filone indagato dalla procura di Milano e relativi all'"eterodirezione" digitale dei lavoratori incaricati da Amazon per le consegne dai magazzini alle destinazioni degli acquirenti.
L'accordo segue il mancato versamento dell'Iva nel 2019-2021 da parte dei venditori cinesi nell'ambito del procedimento su presunte irregolarità nella movimentazione in Italia di prodotti arrivati dalla Cina e sui quali non sarebbe stato pagato quanto dovuto al fisco. Nel febbraio del 2025, la Guardia di Finanza di Monza, coordinata dal pm milanese Elio Ramondini, aveva perquisito la sede milanese del colosso dell'e-commerce e sequestrato 5mila prodotti nel polo di Cividate al Piano (Bergamo).
Nell'inchiesta, ancora in corso, viene ipotizzato che Amazon, attraverso i suoi poli logistici, abbia movimentato in Italia, con i propri canali di trasporto o con quelli di altre imprese, centinaia di migliaia di prodotti cinesi che, attraverso uno schema societario, sarebbero arrivati in Europa senza pagare Iva e dazi. La Procura aveva calcolato che l'evasione sarebbe stata di 3 miliardi. La somma si aggiunge ai 180 milioni pagati da Amazon all'Agenzia delle Entrate per una presunta frode fiscale legata ai cosiddetti 'serbatoi di manodopera' gestiti da un software che tracciava i fattorini durante le consegne.
L'azienda: l'accordo è un impegno a collaborare
"Abbiamo raggiunto un accordo con l'Agenzia delle Entrate e rimaniamo concentrati nell'offrire un'esperienza di acquisto eccellente ai nostri clienti in Italia. Questo accordo riflette il nostro impegno a collaborare in modo costruttivo con le autorità italiane. Ci difenderemo con determinazione rispetto all'eventuale procedimento penale, che riteniamo infondato", sottolinea Amazon in una nota. "Siamo tra i primi 50 contribuenti in Italia e uno dei maggiori investitori esteri nel Paese. Negli ultimi 15 anni abbiamo investito oltre 25 miliardi di euro in Italia, dove impieghiamo direttamente più di 19.000 persone. Contesti normativi imprevedibili, sanzioni sproporzionate e procedimenti legali prolungati incidono sull'attrattività dell'Italia come destinazione di investimento", conclude la nota.