AGI - Stati Uniti e Cina devono ancora annunciare una proroga della scadenza dei dazi e le tensioni su diverse questioni spinose si stanno riacutizzando proprio mentre la fragile tregua tariffaria raggiunta si avvicina alla scadenza, fissata domani. Dopo l'ultimo incontro bilaterale a Stoccolma a luglio, Pechino aveva assunto un tono ottimista, affermando che entrambe le parti avrebbero lavorato per estendere la pausa tariffaria di altri 90 giorni.
I negoziatori statunitensi, tuttavia, avevano allertato che l'ultima parola sarebbe spettata comunque a Trump. Il presidente Usa finora non si è sbilanciato sull'eventuale proroga, alimentando le preoccupazioni che le tensioni tra le due maggiori economie del mondo possano di nuovo aumentare. Senza un accordo duraturo, i dazi per i due Paesi potrebbero tornare a livelli proibitivi: ad aprile Trump aveva fissato le tariffe sulla Cina al 145% spingendo Pechino a reagire con tasse di ritorsione del 125%. L'intesa scade domani.
Tariffe e importazioni: uno sguardo più approfondito
Le spedizioni cinesi dirette negli Stati Uniti sono attualmente soggette a una tariffa del 20% relativa al presunto ruolo del paese nel flusso di fentanyl negli Usa e a una tariffa di base del 10%, che si aggiunge a un dazio del 25% su alcune merci imposto durante il primo mandato di Trump. Secondo il Peterson Institute for International Economics, invece, le merci americane verso la Cina sono soggette a dazi superiori al 32,6%.
Mentre l'estensione ufficiale dei dazi è incerta, gli esperti si aspettano che un vertice tra Trump e Xi si svolga a Pechino nei prossimi mesi. "Ciò implica una relazione più stabile tra Stati Uniti e Cina, ma non certo più amichevole", ha sottolineato Ian Bremmer, presidente e fondatore di Eurasia Group alla Cnbc, osservando che entrambe le parti "si stanno strutturalmente dirigendo sempre più verso un disaccoppiamento come conseguenza del nuovo contesto geopolitico e commerciale globale".
In un post su Truth Social ieri sera, Trump ha intanto affermato di sperare che la Cina "quadruplichi rapidamente i suoi ordini di soia", data la carenza nel Paese. Negli ultimi mesi Pechino ha aumentato gli acquisti di soia, con volumi di importazioni in crescita rispettivamente del 36,2%, 10,4% e 18,4% a maggio, giugno e luglio, secondo Wind Information. La Cina, il maggiore importatore mondiale di soia, negli ultimi anni ha favorito le forniture sudamericane a causa di attriti commerciali, tensioni diplomatiche e prezzi più competitivi dal Brasile, ora il principale esportatore globale.