Energia, 465 miliardi di investimenti in elettronica di potenza in UE nel 2030
- Pale eoliche in Norvegia. La Commissione Ue ha siglato con il Paese un’Alleanza verde per cooperare in modo più stretto sulle rinnovabili
AGI - "Per garantire la competitività, la sostenibilità e la sicurezza dell’Unione Europea, è fondamentale riconoscere l’elettronica di potenza come una tecnologia chiave per affrontare le sfide della transizione verde e della de-carbonizzazione”. Ne è convinto Alessandro Viviani, Associate Partner e Head of GreenTech Hub di The European House Ambrosetti (TEHA), prendendo spunto dall'analisi “Le tecnologie net-zero per la competitività e la sicurezza dell’Europa”, realizzata dal gruppo e presentata al Technology Forum 2025, il principale appuntamento sui temi della ricerca, dell’innovazione e dell’impresa, organizzato a Stresa. "Il processo di elettrificazione, guidato dalla crescita del 45% delle rinnovabili in Europa tra il 2010 e il 2022, richiede un profondo cambiamento del sistema elettrico", ha osservato Viviani.
"Inoltre, in un contesto internazionale sempre più instabile, è necessario declinare gli obiettivi UE di decarbonizzazione in strategie che rafforzino la competitività delle filiere tecnologiche e riducano le dipendenze strategiche. Prioritizzare le proprie filiere tecnologiche significa costruire ecosistemi forti e inclusivi, garantendo crescita sostenibile, stabilità sociale e soprattutto indipendenza strategica. Solo con una governance unitaria e visione condivisa l’Europa potrà riaffermare la propria leadership globale, mettendo la tecnologia al servizio del progresso, della sostenibilità e della sicurezza dei cittadini”.
La transizione energetica, sostiene TEHA, per essere competitiva e sicura, richiede un adeguato sviluppo dell'elettronica di potenza, che rappresenta l'intelligenza del sistema energetico del futuro. Fondamentale per la gestione dei flussi energetici, per l’efficienza operativa delle infrastrutture e per un uso ottimale delle risorse rinnovabili, l’elettronica di potenza è anche un asset strategico per evitare che una dipendenza energetica e tecnologica si trasformi in una dipendenza anche sulla sicurezza.
Nei prossimi 5 anni l’Europa investirà 1.550 miliardi di dollari per sostenere le energie rinnovabili, lo stoccaggio e le reti, con una quota significativa, stimata tra i 310 e i 465 miliardi di dollari, che sarà destinata proprio all'elettronica di potenza.
L’Europa si conferma inoltre leader globale nel settore, seconda al mondo (preceduta dalla Cina con 58,3 miliardi di dollari) per export con un valore di 19,6 miliardi di dollari, ma emergono segnali preoccupanti: l’import di tecnologie cresce più rapidamente dell’export (+162% rispetto a +103%), accentuando squilibri competitivi di natura geopolitica, come aiuti di stato e dumping.
A fronte di un mercato interno in forte crescita e di una concorrenza “geostrategica”, diventa urgente aggiornare la Politica Energetica Europea, introducendo una revisione normativa incisiva che valorizzi il mercato interno e sostenga le imprese europee. Una strategia di questo tipo, oltre a garantire la sicurezza energetica e tecnologica, potrebbe invertire il trend commerciale, generando fino a 705 miliardi di dollari di valore aggiunto tra il 2026 e il 2030, e rendendo l'elettronica di potenza il pilastro fondamentale per una transizione energetica sostenibile e competitiva.
Vi è inoltre un importante aspetto di sicurezza da considerare. L’elettronica di potenza rappresenta l’intelligenza del sistema elettrico e il suo sistema di difesa rispetto ad attacchi cibernetici sempre più frequenti in un contesto di guerre ibride. Non controllare queste tecnologie significa esporsi a dei rischi di sabotaggio (cosiddetti Deny of Service) che, nel caso dei sistemi energetici, corrisponde alla possibilità di innescare blackout duraturi in grado di mettere in crisi i nostri sistemi economici, sociali e democratici.
Dall’elettronica di potenza fino a 705 miliardi di valore aggiunto - L'elettronica di potenza è il cuore tecnologico della transizione energetica e la tecnologia abilitante fondamentale per il funzionamento dei futuri sistemi energetici. Sebbene spesso invisibile agli utenti finali, svolge un ruolo determinante lungo tutta la catena del valore dell'energia, agendo come l'infrastruttura intelligente che gestisce ogni fase del flusso elettrico: dalla generazione allo stoccaggio, dalla trasmissione all'uso finale. In un contesto in cui l'elettrificazione rappresenta il pilastro dell'evoluzione industriale dell'UE, il ruolo strategico dell’elettronica di potenza diventa ancora più evidente: senza di essa, un sistema energetico sostenibile e innovativo non sarebbe possibile.
Proprio per questo, l’Unione Europea sta investendo significativamente in questo settore e, tra il 2026 e il 2030, si stima che in media saranno destinati tra i 62 e i 93 miliardi di dollari all’anno alle tecnologie di elettronica di potenza nel settore energetico. Inoltre, negli ultimi dieci anni (2013-2023), le importazioni europee di tecnologie legate all’elettronica di potenza sono aumentate molto più delle esportazioni, con un disavanzo di 28,8 miliardi di dollari. Uno squilibrio che mette in evidenza una debolezza strutturale: pur essendo la seconda economia mondiale per export, l’Europa non coglie pienamente le opportunità sul mercato interno, favorendo una crescente dipendenza da fornitori esterni, in particolare dalla Cina, il cui export verso l’UE è cresciuto del 83% negli ultimi dieci anni.
Secondo un’analisi di TEHA Group, un cambio di paradigma nelle catene di fornitura dell’elettronica di potenza potrebbe invertire questa tendenza, con una riduzione del 70% delle importazioni e un aumento del 50% delle esportazioni, generando fino a 705 miliardi di dollari di valore aggiunto cumulato nei Paesi dell’UE27 tra il 2026 e il 2030. Si tratta di un valore tre volte superiore alla crescita prevista del PIL europeo tra il 2024 e il 2025 (243 miliardi di dollari) e potrebbe essere raggiunto senza ulteriori spese pubbliche, ma che richiede un intervento strategico che rafforzi la leadership tecnologica europea, per ridurre la dipendenza da Paesi terzi.
Una “Total Security” per difendersi dalla concorrenza e dipendenza cinese - La Cina rappresenta il principale concorrente globale nel settore delle tecnologie per la transizione energetica. Tra il 2015 e il 2022, il Paese ha sostenuto direttamente il comparto elettrico con sussidi pari a 1,2 miliardi di dollari, accompagnati da politiche di supporto mirate a tutte le filiere tecnologiche correlate. Inoltre, gli investimenti cinesi in ricerca e sviluppo sono stati 3,2 volte superiori rispetto a quelli dell’Unione Europea. Questo approccio non solo ha contribuito a ridurre significativamente i costi delle tecnologie, ma ha anche rafforzato la capacità delle imprese cinesi di innovare e anticipare i trend di mercato, consolidando un vantaggio competitivo che rischia di rendere obsolete molte soluzioni europee.
Basti pensare che nel mercato degli inverter fotovoltaici la Cina domina con 9 aziende tra le prime 10 al mondo, rappresentando il 76% del commercio globale. Il rischio, però, è quello di generare una sovrapproduzione in alcune tecnologie: si stima infatti che la domanda interna cinese prevista per il 2030 risulterà inferiore rispetto alla capacità produttiva pianificata, suggerendo che una parte consistente della produzione sarà destinata all’export, aumentando ulteriormente la pressione competitiva sulle industrie europee.
Si rende quindi necessario per l’UE il rafforzamento delle capacità produttive e delle catene di approvvigionamento: non è solo una questione economica, ma una priorità strategica per la sicurezza, la competitività e l’autonomia tecnologica dell’Europa. Per questo, sottolinea la ricerca firmata TEHA Group, per assicurare il futuro dell’UE è indispensabile investire in un approccio di Total Security, che integri le dimensioni militari, economiche, tecnologiche ed energetiche e garantisca la protezione delle infrastrutture critiche europee. Tutelare e rafforzare la filiera europea dell’elettronica di potenza deve essere una priorità strategica per l’Unione Europea, per favorire la transizione energetica e per mettere in sicurezza le infrastrutture energetiche su cui si fonderà l’Europa di domani.
Le proposte TEHA per dare centralità alla filiera europea dell’elettronica di potenza - Per garantire un futuro competitivo e sicuro all’Europa, è fondamentale risolvere le incongruenze tra la normativa vigente, come il Net Zero Industry Act (NZIA), e la rinnovata agenda politica europea, che punta a coniugare sostenibilità, competitività e sicurezza strategica. In questo contesto, TEHA propone un insieme di azioni atte a valorizzare la filiera dell’elettronica di potenza, così da renderla un pilastro della transizione energetica e della sicurezza dell’Unione Europea.
Infine, TEHA invita le imprese europee del settore a unirsi in una call to action condivisa per valorizzare il know-how tecnologico del continente, rafforzare la competitività industriale e difendere la sicurezza delle infrastrutture critiche, sempre più centrali per il futuro dell’Europa.