AGI - Eni dimostra "reattività" di fronte allo scenario attuale, appesantito dalla pandemia e peraltro "atteso volatile e con prezzi inferiori al precedente": è stato il semestre "probabilmente più difficile che l'industria oil&gas abbia dovuto superare nella sua storia", sintetizza l'ad Claudio Descalzi. Ciononostante i dati di bilancio relativi al II semestre, pur negativi, sono stati superiori alle attese degli analisti e il management ha comunque operato "con l'intento di preservare la sua solidità patrimoniale".
"E' stato il semestre peggiore della storia dell'oil & gas"
Innanzitutto, spiega sempre Descalzi, "sono state identificate azioni di contenimento dei costi di funzionamento 2020 per 1,4 miliardi senza compromettere l'attuale occupazione, mentre gli investimenti sono stati ridotti di 2,6 miliardi principalmente nel business Upstream che risulta il più colpito dagli effetti della crisi. I business del gas, del retail e della bio-raffinazione hanno al contrario dimostrato una grande robustezza, facendo registrare risultati migliori di quelli 2019 nonostante gli effetti della pandemia e trainando i risultati consolidati al di sopra delle aspettative di mercato. Tutto cio' ci ha consentito di mantenere una generazione di cassa superiore all'esborso per investimenti e di non intaccare la riserva di liquidità di circa 18 miliardi al 30 giugno".
Al via la nuova politica dei dividendi "con l'obiettivo di essere trasparenti e lineari"
Non solo, ma è stata inaugurata anche una nuova remuneration policy, "innovativa", in quanto, ha spiegato agli analisti ,"abbiamo avuto il coraggio e la visione per avviare una nuova fase in termini di approccio alla nostra politica di dividendi". In conference call con gli analisti, l'ad di Eni Claudio Descalzi ha quindi ribadito l'obiettivo del management di essere "trasparenti e lineari": la nuova policy "combina una componente base progressiva parametrata a un Brent di almeno 45 dollari al barile a una componente variabile commisurata alla crescita del prezzo fino a 60 dollari al barile, oltre il quale sarà riattivato il piano di buy back". In pratica,"il dividendo non sarà più un numero fisso in un mondo sempre piu' soggetto a una elevata variabilita', ma sarà funzione dello 2 scenario e dello sviluppo industriale del gruppo che vuole continuare a crescere offrendo un rendimento ogni anno competitivo ai propri azionisti".
Gli investimenti "green" aumentano di 800 milioni, saliranno al 26% del totale
Per quanto riguarda gli investimenti, quelli "green" aumenteranno di 800 milioni negli anni 2022-2023: ciò vuol dire che ora rappresenteranno il 26% del totale mentre ora sono il 17% (nel piano precedente erano il 12%). Un contributo importante, se si considera il fatto che la manovra di investimenti complessiva nel quadriennio 2020-2023 si attesta a 27 miliardi di euro, in riduzione di 4,7 miliardi di euro rispetto al Piano originariamente approvato per effetto delle azioni decise per gli anni 2020-2021 nel business Upstream. Avviata inoltre un'implementazione del programma di ottimizzazione costi "con risparmi attesi nel 2020 di circa 1,4 miliardi; analogo ammontare previsto per il 2021".
Dati di bilancio migliori rispetto alle aspettative degli analisti
Quanto ai dati di bilancio,nel II trimestre risultano comunque superiori rispetto alle attese.Secondo il consensus degli analisti, l'utile operativo adjusted era previsto di -0,65 mld (contro -0,43 mld registrato), l'utile netto adjusted di -0,93 mld (-0,71 mld registrato) e la produzione di 1.692 kboe/g, contro i 1.713 kboe/g registrati dalla società. Il semestre si è chiuso invece con un utile operativo adjusted di 873 milioni di euro, il risultato netto adjusted è stato negativo per 655 milioni di euro.