Bagno di 'sangue' in Gran Bretagna, 60 mila posti di lavoro a rischio

Bagno di 'sangue' in Gran Bretagna, 60 mila posti di lavoro a rischio

Da John Lewis a Boots, è un vero e proprio bollettino di guerra per il mercato del lavoro nel Regno Unito: molti brand storici annunciano tagli all'occupazione a causa degli effetti negativi dovuti al lockdown

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PHIL NOBLE / POOL / AFP - Rishi Sunak

AGI - È un giovedì nero per il mercato del lavoro in Gran Bretagna: 60 mila posti di lavoro a rischio, secondo il Daily Mail, una raffica di licenziamenti annunciati dai grandi magazzini John Lewis, dalla Rolls Royce, dalle farmacie Boots, a Burger King.

I giornali britannici parlano di un "bagno di sangue". E tutto ciò arriva a meno di 24 ore dal piano di aiuti da 30 miliardi di sterline che il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak ha varato proprio per limitare i licenziamenti e offrire sostegno a chi ha già perso il lavoro. "È un pugno sul naso" a Sunak, commenta il Daily Mail.

JOHN LEWIS: 1.300 POSTI A RISCHIO 

John Lewis conferma che otto dei suoi negozi non riapriranno dopo i lockdown, mettendo a rischio 1.300 addetti. La catena di grandi magazzini, già in sofferenza per la concorrenza delle vendite online, chiuderà permanentemente i principali siti di Birmingham e Watford, nonché piccoli negozi all'aeroporto di Heathrow, alla stazione ferroviaria di St. Pancras a Londra e i quattro negozi 'At Home' a Croydon, Newbury, Swindon e Tamworth.

"Prima della pandemia - si legge in una nota - gli 8 negozi erano già in difficoltà e noi già vendevamo online il 40% dei nostri prodotti". L'intenzione di John lewis è di arrivare a vendere online tra il 60% e il 70% dei prodotti a partire dal prossimo anno.

BURGER KING: 10% RISTORANTI POTREBBERO NON RIAPRIRE

Alla catena di fast food Burger King, finora, solo 370 dei suoi 530 ristoranti in Gran Bretagna hanno riaperto. L'amministratore delegato Alasdair Murdoch alla Bbc ha dichiarato che i danni economici derivanti dalla crisi potrebbero costringere la società a chiudere permanente fino al 10% dei suoi locali. I posti a rischio sono 1.600.

"Non vogliamo perdere nessun lavoro - ha detto Murdoch - Ci sforziamo di non farlo, ma si deve presumere che tra il 5% e il 10% dei ristoranti potrebbe non essere in grado di sopravvivere. Non siamo i soli, penso che questo valga per tutti quelli nel nostro settore".

ROLLS ROYCE: IN 3 MILA CHIEDONO USCITA VOLONTARIA

Alla Rolls Royce sono oltre 3 mila i lavoratori che hanno chiesto l'uscita volontaria. La società fa sapere che circa i due terzi dei lavoratori lasceranno l'attività entro la fine di agosto. La notizia arriva sette settimane dopo che Rolls-Royce ha dichiarato che avrebbe tagliato 9.000 posti di lavoro il 17% dei suoi 52 mila addetti a livello globale, avvertendo che le fabbriche nel Regno Unito sarebbero state quelle colpite in modo peggiore. Il colosso dei motori per aerei con sede a Derby aveva già dovuto affrontare diversi problemi prima dell'arrivo della pandemia di coronavirus. 

FARMACIE BOOTS LICENZIERANNO 4 MILA ADDETTI

La catena farmaceutica britannica Boots annuncia la sua intenzione di tagliare oltre 4 mila posti di lavoro in Gran Bretagna, a causa del forte calo delle vendite legato al coronavirus. Boots, la cui proprietà è statunitense, ha in programma una "significativa ristrutturazione dei suoi uffici, dei negozi e del quartier generale", la quale porterà al "taglio di 4 mila posti e di 48 negozi di ottica".

UN DURO COLPO PER RISHI SUNAK

La raffica di licenziamenti è un'umiliazione per il neo-ministro Rishi Sunak, che ieri ha lanciato un pacchetto di aiuti da 30 miliardi di sterline per salvare l'economia britannica che includeva un "bonus di mantenimento del lavoro" da 1.000 sterline per le imprese che riportavano indietro i lavoratori, e pasti a metà prezzo al ristorante finanziati dal governo.

Stamattina un Cancelliere dalla faccia cupa ha ammesso di non poter proteggere tutti i lavoratori e che il Regno Unito è sulla buona strada per una "grave" recessione. Lucy Powell, ministro degli Affari ombra, ha dichiarato: "Nonostante gli annunci di ieri, la perdita di posti di lavoro sta continuando rapidamente. Abbiamo bisogno di un sostegno più mirato nei settori più difficili". Il sindacalista Len McLuskey, numero uno dell'Unite the Union, il sindacato affiliato ai laburisti, ha detto che Sunak ha "fallito": non è riuscito a impedire altri licenziamenti in Gran Bretagna.