Procede a rilento il cantiere manovra-decreto fiscale, due provvedimenti che saranno al centro dei lavori parlamentari della prossima settimana. Si riparte lunedì pomeriggio con le votazioni, in Commissione Finanze della Camera, sulle proposte di modifica al dl fisco, nella stessa giornata dovrebbe essere depositato il pacchetto di emendamenti dei relatori Carla Ruocco (M5S) e Gian Mario Fragomeli (Pd).
Tra le modifiche avanzate c'è lo scontrino unico, dal 2021, per chi effettua pagamenti con le carte attraverso l'utilizzo del Pos per consentire di far coincidere la certificazione fiscale con la tracciabilità bancaria e semplificare gli adempimenti per commercianti ed esercenti. Prevista anche una nuova definizione del calendario fiscale, spostando la scadenza del 730 da luglio al 30 settembre. C'è anche il differimento dal 7 al 16 marzo del termine di trasmissione delle certificazioni uniche da parte dei sostituti d'imposta.
I compromessi da trovare
La maggioranza, intanto, deve trovare una sintesi su diversi capitoli, dalla revisione della stretta sugli appalti a quella sul carcere. Restano in sospeso il taglio dell'Iva sugli assorbenti femminili e il ritocco delle norme sui Pir. Il provvedimento è atteso in Aula a Montecitorio tra venerdì e sabato per la discussione generale.
A Palazzo Madama, invece, la commissione Bilancio del Senato riprenderà l'esame della manovra a partire da martedì. Nel corso della settimana si dovrebbero iniziare a votare gli emendamenti ma restano ancora molti i nodi aperti. L'esecutivo è al lavoro per definire le coperture necessarie, da un lato, a finanziare le correzioni alle microtasse (che valgono oltre 1,5 miliardi), la detassazione dei premi di produttività anche per gli statali, il pacchetto enti locali e la proroga della cedolare secca per i negozi.
No del Pd al bonus neo mamme
Sarebbe poi allo studio del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, l'ipotesi di inserire in manovra un esonero contributivo al 100% fino a 3 anni per i datori di lavoro che mantengono in servizio le neo-mamme al rientro dalla maternità. La misura prevede, estinto il termine di 24 mesi in cui opera il divieto di licenziamento della lavoratrice-madre al rientro dalla maternità, un meccanismo premiale per i datori di lavoro che decidono di tutelare il posto di lavoro di una donna con un figlio piccolo. Ma su questo è già arrivato lo stop del Pd.
"Perché dovremmo premiare un'impresa che semplicemente rispetta le regole? Sarebbe una legittimazione per quelle che costringono alle dimissioni le madri lavoratrici, o le licenziano appena la legge lo consente", ha attaccato la vice capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Gribaudo.