La Bce apre la strada a nuovi stimoli ma per ora resta alla finestra. Il Consiglio direttivo ha lasciato i tassi invariati ma si prepara a tagliarli, in particolare quello sui depositi, per la prima volta dall'inizio del 2016. Inoltre l'istituto ha messo allo studio la possibilità di avviare un nuovo Qe, cioè un nuovo programma di acquisto titoli.
"Ci attendiamo che i tassi di interesse restino su livelli pari a quelli attuali o inferiori almeno fino a tutta la prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine". È la frase scelta dal presidente Mario Draghi per lanciare un chiaro segnale che la Bce sta pianificando un taglio dei tassi, a partire da quello sui depositi, cioè quello che le banche pagano per depositare i loro fondi a Francoforte, che rimane negativo a -0,40% ma che a settembre dovrebbe essere ridotto di 10 punti base.
Altra misura allo studio è il ripristino del Qe o meglio, come ha precisato oggi la Bce, l'avvio di un nuovo mega-piano di acquisto titoli, di cui però, ha spiegato Draghi, nella riunione di oggi non si è discussa l'entita'. Altra novità emersa dal direttivo odierno è l'introduzione esplicita del concetto di "simmetria" nella valutazione della stabilità dei principali, che rimane definita da un andamento dell'inflazione prossimo al 2%. "Significa che agiremo con la stessa determinazione sia se l'inflazione si trova sotto sia se si colloca sopra il nostro obiettivo di inflazione", ha spiegato Draghi.
Un quadro in peggioramento
Quello che preoccupa il presidente dell'Eurotower è che le prospettive economiche "stanno peggiorando", specialmente nel settore manifatturiero. Inoltre, ha aggiunto, "fondamentalmente non ci piace quello che vediamo sul fronte dell'inflazione", cioè un'inflazione troppo bassa, che da anni è rimasta sotto il tetto del 2%.
Per far fronte a questo persistente problema, il parere degli esperti è che a settembre la Bce non prenderà una singola iniziativa, "ma piuttosto un pacchetto di diverse misure", a partire dal nuovo Qe. I comitati dell'Eurosistema sono stati incaricati di esaminare "dimensione e composizione dei potenziali" nuovi acquisti di obbligazioni.
Inoltre la Bce ha lasciato intendere che studierà un sistema a più livelli per il tasso sui depositi. Con quel tasso negativo, le banche commerciali devono pagare la Bce per parcheggiare le loro riserve presso la banca centrale. Le banche dell'Eurozona hanno sborsato circa 7 miliardi di euro l'anno. Sulla base di un sistema a più livelli, una certa quantità di riserve potrebbe essere esentata o colpita con un tasso inferiore, ma anche su questo sarà il comitato di esperti a pronunciarsi.
La fredda reazione dei mercati
Insomma, la Bce ha parecchie armi nei suoi arsenali da riattivare ma finora si è limitata a una semplice parata. Ed è per questo che i mercati, un po' delusi, stavolta hanno accolto freddamente gli annunci di Draghi, che ha inoltre smentito lo 'scambio' con Christine Lagarde, ovvero un suo passaggio alla guida del Fmi, l'istituzione ora diretta dalla donna che prenderà il suo posto a Francoforte.
I listini azionari dapprima si sono riscaldati, rinfrancati dal comunicato ufficiale diffuso al termine del direttivo, con il suo riferimento a un "ampio grado di accomodamento monetario" e all'utilizzo di tutti gli strumenti a disposizione per far rialzare l'inflazione e arrestare il deterioramento dell'economia. Poi però hanno virato in negativo, mentre l'euro, dopo aver frenato, si è rafforzato e lo spread italiano, sceso inizialmente fino a 176 punti, è risalito sopra quota 190.
L'inversione di tendenza è avvenuta durante il discorso di Draghi, quando i mercati hanno capito che gran parte delle misure da adottare a settembre e a ottobre, dovranno essere attentamente vagliate, alla luce delle nuove previsioni della Bce e dovranno essere discusse all'interno dei comitati dell'Eurosistema, in particolare negli uffici dell'esecutivo dell'Eurotower. A questo punto, Milano è scesa di oltre l'1%, Francoforte, maglia nera, di oltre l'1,5% e anche Parigi e Londra sono finite in rosso, mentre l'euro è risalito verso quota 1,12 dollari e lo spread è tornato a quota 190.