Milano - Bernardo Caprotti ha lasciato in eredità 75 milioni di euro alla storica segretaria-assistente, Germana Chiodi, e lo stesso importo andrà diviso tra i nipoti. Il valore è stato calcolato dall'esecutore testamentario che ha diviso a metà l'ammontare dei risparmi del patron di Esselunga, morto il 30 settembre. L'altro 50 per cento dei risparmi, tra conti correnti e titoli, andrà diviso tra i cinque nipoti.
Il testamento di Bernardo Caprotti from Agi
Nel testamento Caprotti ha disposto che Esselunga si possa anche vendere ma mai alle Coop. L'impero, che ha un fatturato di 7,3 miliardi, è stato affidato per il 70% alla moglie Giuliana Albera e alla figlia Marina Sylvia. E il restante 30% diviso in parti uguali agli altri due figli: Violetta e Guiseppe.
Caprotti storico avversario delle Coop spiega nel suo testamento: "L'azienda è diventata attrattiva però è a rischio. E' troppo pesante condurla, pesantissimo possederla. Attenzione: privata, italiana, soggetta ad attacchi può diventare coop". Quindi una chiara indicazione su come gestire la vendita. Inoltre il patron di Esselunga ripercorre le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere questa composizione azionaria rispetto a quella individuata nel 2012 con la guida affidata a Giuseppe e Violetta, ora diventati soci di minoranza.
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L'AZIENDA DI CAPROTTI E IL CONFRONTO CON LE ODIATE COOP
Una crescita del 46% del fatturato (pari al +4,3% medio annuo) pari a 7,1 miliardi nel 2016, un utile netto cumulato di 2,2 miliardi di euro, con imposte pagate per 1,3 miliardi, 21.930 dipendenti (+35%). Questi i numeri dell'ultimo decennio di Supermarkets Italiani, l'azienda che controlla Esselunga. Nello stesso periodo i punti vendita sono aumentati del 15% e sono ora pari a 152. Le cifre sono contenute nell'analisi sulle Principali società italiane a cura dell'Ufficio studi di Mediobanca.
Il gruppo Supermarkets Italiani è tuttavia superato dalle Coop, i cui dati sono divisi tra nove aziende diverse, ma il cui aggregato di fatturato nel 2015 è stato pari a 11 miliardi di euro.
Nella grande distribuzione figurano Carrefour con 4,9 miliardi di euro ed Eurospin (4,4 miliardi di fatturato), quindi Auchan-Sma (4,1 miliardi). Da notare che l'aggregato degli interessi riconducibili alla famiglia francese Mulliez, comprendente oltre a Auchan anche Decathlon, Leroy Merlin, Brico e altri, vale circa 7,3 miliardi di euro di fatturato nel 2015. (AGI)