(AGI) - Milano, 14 mag. - L'Eni rinnova ancora una volta ilproprio impegno per garantire il piu' possibile l'accessoall'energia in Africa, un impegno che ha sempre contraddistintol'approccio della societa' nel continente. Il rinnovato impegnoe' stato illustrato da Roberto Casula, Chief Development,Operations and Technology Officer di Eni, intervenuto oggi alseminario 'L'accesso all'energia in Africa' organizzato da Wame(World access to modern energy). "L'Africa e' certamente riccadi gas ma anche particolarmente ricca di energie rinnovabilicome il solare, hydro e le biomasse", ha premesso Casula che haquindi illustrato cosa sta facendo Eni per favorire l'accessoall'energia a una fetta sempre piu' ampia della popolazioneafricana, a partire "dalle nostre soluzioni di collegamentofuori dalla rete per raggiungere le localita' piu' remote e lecomunita' rurali. In questo caso, l'accesso all'energiasignifica non solo accesso all'elettricita' per le comunita',ma anche accesso all'istruzione, all'acqua e alle strutturesanitarie". Inoltre, l'Eni "sta sviluppando una serie disoluzioni capaci di dispiegare sistemi energetici su una scalapiu' larga che renda possibile l'utilizzo di tutte le risorserinnovabili", non solo il solare, ha specificato Casula, maanche per esempio il riutilizzo dei rifiuti organici pertrasformarli in energia. L'impegno di Eni in Africa affonda le radici neltradizionale approccio della compagnia nel continente in cuimise piede nel lontano 1954, un approccio che viene comunementechiamato 'il modello di cooperazione del cane a sei zampe'.Ovvero, come ha sintetizzato Casula, "un approccio unico",tanto che "noi siamo stati i pionieri di un diverso rapportocon i Paesi ospitanti, sin dalle origini e per decenni". "Unarelazione", ha aggiunto, "di partnership non solonell'industria petrolifera e del gas in cui Eni per prima haistituito joint venture basate su basi paritetiche con lecompagnie nazionali, ma una partnership vera anche in aree incui le nostre competenze sono state messe a servizio deibisogni dei partner locali. E' questo il motivo per cui Eniancora oggi e' la prima compagnia petrolifera internazionalenel continente". Naturalmente, ha ricordato Casula, "il gasrappresenta un elemento chiave", in particolare per "lagenerazione di elettricita': dal Nord Africa all'areaSub-sahariana, Eni sta producendo e utilizzando gas peralimentare centrali, sia direttamente che indirettamente". InNord Africa, soprattutto in Egitto e Libia, "con il nostro gascontribuiamo in modo estremamente significativo all'energiaelettrica generata dalle utilities locali". Nell'AfricaSub-Sahariana, oltre all'impegno a garantire la domanda dielettricita', Eni lavora anche nella progettazione ecostruzione di centrali, oltre a infrastrutture per la iltrasporto e distribuzione di energia. In Nigeria, per esempio,la nazione piu' popolosa del continente con circa 170 milionidi abitanti, nonche' la principale economia per prodottointerno lordo e tra i primi dieci Paesi al mondo per riserve dipetrolio e gas, Eni e' riuscita a garantire l'accessoall'elettricita' a quasi 90 comunita' locali che insieme allepersone raggiunte con l'energia assicurata attraverso la 'PowerHolding Company of Nigeria' (PHCN) impatta circa 12 milioni dipersone. In Congo, invece, Eni ha costruito due centrali a gasper una potenza di 350 MW che garantiscono elettricita' a circaun milione di persone. Sempre in Congo, Eni ha realizzato unarete di trasmissione elettrica di 550 chilometri che va daPointe Noire a Brazzaville, oltre a riabilitare il network diPointe Noire stessa che ha raggiunto in particolare il 40%degli 1,5 milioni di abitanti della citta'. Progetti analoghi,ha assicurato infine Casula, sono in fase di studio orealizzazione in Ghana, Mozambico, Gabon e Angola. (AGI)