(AGI) - Roma, 21 gen.- Si stringe la forbice tra ricchi epoveri in Cina. Secondo l'Ufficio Nazionale di Statisticacinese, il Coefficiente di Gini, indicatore internazionale deldivario di ricchezza all'interno di una stessa popolazione, e'passato da 0,473 del 2013 a 0,469 del 2014. La scala delCoefficiente di Gini va da 0 a 1, dove lo 0 rappresenta unacondizione di perfetta uguaglianza in cui tutti hanno lo stessoreddito, mentre 1 e' indice di massima disuguaglianza con unasola persona che detiene tutta la ricchezza. Si parla didisuguaglianza gia' oltre lo 0,4, una linea rossa oltre laquale aumenterebbe il rischio di rivolte popolari. L'assottigliamento del divario ha coinciso con una crescitaeconomica, pari al 7,4%, ai minimi dal 1990, secondi i datipubblicati ieri dall'Ufficio Nazionale di Statistica. Mentre ilPil della nazione ha subito un rallentamento, la ricchezzapro-capite e' aumentata in termini reali dell'8%, toccando il9,2% nelle aree rurali e il 6,8% in citta'. Il trend in caloe' in corso gia' da anni, precisamente dal 2008 quando l'indicetocco' quota 0,491, secondo quanto riportato dal direttoredell'Ufficio, Ma Jiantang. Una riduzione, sottolinea Ma, chedimostra come le politiche adottate dal governo per ridurre ilgap tra ricchi e poveri - dal tetto agli stipendi dei dirigentidelle aziende di stato alle nuove regole sulla pensione -stiano funzionando. I numeri del Coefficiente di Gini in Cina hanno sollevatonon poche polemiche. Per anni il governo centrale si e'rifiutato di rendere note le cifre; poi, nel 2013, hapubblicato i dati dell'intero decennio. Una mossa che ha fattoalzare il sopracciglio agli economisti, scettici sullacredibilita' dei numeri, in contrasto con quelli di altriistituti. Nel dicembre del 2012 - riporta la rivista dieconomia e finanza cinese Caixin, uno studio condotto dallaSouthwest University of Finance and Economics - fissava ilCoefficiente di Gini per quell'anno a 0,61, ben oltre il limitedi disuguaglianza massima di 0,5. Non solo: i criticicontestano al governo di Pechino una misurazione del divarioparziale, che non tiene conto, ad esempio, delle altre fonti dientrata di reddito dei cittadini urbani. Ad oggi, in base ai dati ufficiali del governo, secondo iquali e' considerato povero chi guadagna meno di un dollaro algiorno, 82 milioni di cinesi vivono in condizione di poverta'.Secondo Zheng Wenkai, l'esponente del governo che ha presentatoi dati qualche mese fa, se la Cina adottasse gli standardinternazionali della Banca mondiale, che considerano povero chiguadagna meno di 1,25 dollari al giorno, i poveri sarebberooltre 200 milioni su una popolazione totale di 1,36 miliardi dipersone. .