(AGI) - Cagliari, 15 ott. - Si aprira' il prossimo 11 marzo aCagliari l'udienza preliminare per il fallimento della societa'editoriale Epolis e la sua controllata Publiepolis. Davanti algiudice Cristina Ornano dovranno presentarsi i 19 imputati peri quali il pm Giangiacomo Pilia ha chiesto il rinvio agiudizio. Tra questi anche l'imprenditore sardo Nicola Grauso -ex editore del quotidiano L'Unione sarda, patron di Video online e pioniere di internet in Italia - l'ex presidente diEpolis, societa' che pubblicava 18 testate locali, che direcente e' tornato in liberta' dopo mesi ai domiciliari.Rischiano il processo anche Vincenzo Maria Greco imprenditoredi Napoli, dominus di Epolis e vicepresidente del cda diPubliepolis (il cui arresto e' stato annullato dal tribunaledel Riesame che ha confermato i gravi indizi ma ritenutoinsufficienti le esigenze cautelari), Sara Cipollini di Legnano(Milano), amministratore delegato di Epolis e consigliere delCda di Publiepolis, oltre ai diversi amministratori, sindaci emembri del Cda del gruppo editoriale che si sono alternati neltempo. Tutti sono accusati a vario titolo, di aver causato oaggravato il dissesto di una o entrambe le societa' inghiottiteda un buco di 130 milioni di euro. Stando a quanto ricostruitodalle indagini, il fallimento di Epolis - dichiarato nel 2011 -doveva avvenire gia' nel 2006 visto che i debiti ammontavano aoltre di 34 milioni e le perdite reali a poco piu' 32 milioni.Una gestione sconsiderata quella che emerge dall'indagine cheha scavato negli anni di amministrazione delle societa'editrice dei quotidiani locali e della sua controllataPubliepolis. Nonostante le gravi perdite, gli amministratoriavevano deciso di andare avanti nell'impresa, cosi' il dissestodelle societa' - e' stato accertato dagli inquirenti - erastato coperto con artifici contabili, mentre venivano apertenuove testate e assunti altri giornalisti. Stando alle accusel'amministrazione del gruppo e' stata caratterizzata fin dalleorigini, da una serie di anomalie che ne hanno determinato labancarotta. Sotto la lente degli inquirenti, dunque, anchel'anno 2006 quando i giornali erano in mano al fondatore edominus di Epolis, l'imprenditore sardo Grauso che avevaapprovato il bilancio con dati non veritieri e poi, grazie aquesto, chiesto una serie di finanziamenti tra cui quello datre milioni di euro concesso dalla Sfirs, la finanziaria dellaRegione Sardegna. La complessa indagine sul gruppo editoriale,ha registrato una svolta il 6 giugno, quando il presidente delCda Rigotti e' stato arrestato mentre sono finiti aidomiciliari la vice presidente Cipollini e il consigliere diamministrazione Greco (oggi tutti liberi). Dalle ordinanze e'cosi' saltato fuori che i soldi delle societa' erano statispesi anche per acquisti privati di alcuni amministratori comecompere per 2 mila euro da Dior, per 3 mila euro allepelliccerie Annabella di Milano, per mille euro da Flamantsenza contare i due assegni - per un totale di 70mila euro -staccati per pagare un Porsche Cayenne e le "elargizioniliberali" da piu' di 9mila euro effettuate in favore di uno sciclub. Sullo sfondo giornalisti e dipendenti che per mesi nonhanno ricevuto lo stipendio e si sono ritrovati con icontributi non versati, prima di diventare disoccupati. .