(AGI) - Roma, 23 set. - "A me non piace il modismo. Sonoanticonformista, forse perche' sono abruzzese ma ho avitoscani". Questa una delle celebre frasi di Raffaele Bonanni.In effetti, molti lo descrivono come un uomo diffidente espigoloso, altri invece lo apprezzano per i modi diretti espigliati. Per lui - dal 2006 alla guida della Cisl, - domanisara' un giornata da non dimenticare, visto che annuncera' ilsuo addio al sindacato di via Po. Sposato con due figli, classe1949, Bonanni era al terzo mandato alla guida della Cisl. Figlio del segretario del Pci di Bomba, paese in provinciadi Chieti famoso per essere il paese natio di Silvio Spaventa,si iscrive alla Cisl e stringe da subito un grande sodaliziocon Sergio D'Antoni. Nel 1981 diventa Segretario Generale dellaCisl di Palermo e nel 1989 viene eletto Segretario Generaledella Cisl siciliana: in quegli anni si e' battuto contro leinfiltrazioni mafiose negli appalti e nella vita pubblica. Nel1991 e' chiamato a guidare la Filca, la categoria dei lavoratori dell'edilizia della Cisl, e nel 1998 entra nellasegreteria confederale e si trasferisce cosi' a Roma.Cattolicissimo, legato al movimento dei neocatecumenali, i beneinformati raccontano che a tutti regala in genere libri sulPapa ma non disdegna hobby piu' 'frivoli', come ad esempio ilballo del flamenco (sembra anzi che sia un eccellenteballerino). Considerato piu' una 'colomba' che un 'falco' nelletrattative col Governo, fautore piu' convinto di altri dellanecessita' di un dialogo con la parte datoriale, ha assunto unaposizione di maggiore apertura in fasi difficili come adesempio quando si accenno' all'articolo 18, e si e' sempredichiarato pronto a discutere sui temi sindacali, anche quellipiu' spinosi, come quelli createsi negli stabilimenti Fiat diPomigliano d'Arco prima, e a Mirafiori dopo. .