Le figurine Panini potrebbero finire in mani americane
Secondo indiscrezioni raccolte dalla Gazzetta di Modena, alcuni acquirenti statunitensi starebbero pensando di presentare un'offerta per rilevare il pacchetto azionario dall'italo-argentino Aldo Hugo Sallustro, attuale amministratore delegato della società, e dalla famiglia bolognese Baroni

La Panini, storico marchio italiano delle figurine, potrebbe diventare americana. Secondo indiscrezioni raccolte dalla Gazzetta di Modena, alcuni acquirenti statunitensi starebbero pensando di presentare un'offerta per rilevare il pacchetto azionario dall'italo-argentino Aldo Hugo Sallustro, attuale amministratore delegato della società, e dalla famiglia bolognese Baroni.
Non sarebbe la prima volta che la storica società, le cui figurine fanno parte dell'immaginario collettivo non solo di bambini e ragazzi, finisce in mani americane. Nata nel 1961, con la commercializzazione della prima collezione Calciatori e la stampa della storica figurina numero uno (quella del capitano dell'Inter Bruno Bolchi), la Panini si ingrandisce al punto da raggiungere, negli anni Ottanta, fatturati annui nell'ordine dei 100 miliardi di lire.
Nel 1988, poi, la gestione passa dalla famiglia Panini al Gruppo Maxwell che installa un management straniero. La scelta però non paga e, dopo appena quattro anni, la società torna italiana: ad acquistarla, nel 1992, sono la Bain Gallo Cuneo e la De Agostini. Nel giro di due anni la Panini torna ai fasti del passato: così, nel 1994, subentra Marvel Entertainment Group che conferma management e gestione italiani.
Cinque anni più tardi un nuovo ribaltone: l'azienda torna in mani italiane. A perfezionare l'acquisto, l'8 ottobre 1999, è la Fineldo SpA, finanziaria di Vittorio Merloni, insieme al management della società modenese guidato da Aldo Hugo Sallustro che detiene una quota rilevante del capitale. L'ultimo riassestamento proprietario risale al 2016, quando Fineldo lascia e subentrano Anna Baroni e Maria Teresa Baroni.
A vent'anni di distanza si torna dunque a parlare di nuovi possibili padroni a stelle e strisce per l'impero delle figurine, un colosso nato a Modena e che oggi, con società controllate (tra le altre) in America, Brasile, Cina, Spagna, Francia, Messico, Regno Unito e Russia, ha un fatturato superiore a 563 milioni di euro (dato del 2017), distribuisce in più di 120 Paesi e ha oltre mille dipendenti.
Secondo quanto riferito dalla società sul proprio sito web, ogni anno Panini produce circa 6 miliardi di figurine. Oltre al settore collectibles, l'azienda è attiva in altri settori. Tra questi il più importante è il publishing, la cui divisione ogni anno crea, modifica, traduce e pubblica circa 7 mila tra fumetti (tra cui Topolino), riviste, opere in fascicoli e libri in Europa, Messico e Brasile. La società opera anche nel ramo della distribuzione.
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