Per i timori di un rallentamento dell'economia, il prezzo dell'oro è salito ai massimi

Per i timori di un rallentamento dell'economia, il prezzo dell'oro è salito ai massimi

Il timore di un rallentamento della crescita economica globale manda in tilt le Borse e fa impennare il prezzi dell'oro, il bene rifugio per eccellenza, che sale al top da sei mesi. Il prezzo dell'oro avanza a 1.292,90 dollari l'oncia, il massimo dal giugno scorso. 

Secondo il World Gold Council, durante la scorsa estate le banche centrali hanno acquistato nel complesso 148 tonnellate d’oro, il 22% in più rispetto al 2017. Segno che la prospettiva di una nuova crisi globale si sta facendo sempre più tangibile. Lo ha scritto oggi il Messaggero.​ Novantadue tonnellate d’oro sono finite nei caveau della banca centrale russa nel terzo trimestre del 2018; mentre la lira turca si svalutava del 25%, la Turchia ha acquistato 18,5 tonnellate d’oro, portando le sue riserve auree a quota 258,6 tonnellate; l’Ungheria di Viktor Orbán le ha addirittura decuplicate, a ottobre, passando da 3 a 31,5 tonnellate nel giro di poche settimane; lo stesso ha fatto la Polonia, che oggi dispone di 116,7 tonnellate (erano 13,7 a giugno). Risultato:  La Cina, che dichiara di possedere circa 1.800 tonnellate d’oro, in realtà secondo gli analisti potrebbe averne accumulate oltre ventimila dal 1983 a oggi.



Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it