"Il dato di previsione fornito dalla Banca d'Italia è quanto di più attendibile oggi disponibile. Le cose possono andare un po' meglio o un po' peggio, a seconda di quanto succederà nei prossimi mesi, ma a oggi è il quadro previsivo più realistico". Lo spiega all'Agi Luigi Guiso, ordinario di economia all'Università Tor Vergata di Roma. "Questo significa - aggiunge - che l'1% di crescita del Pil previsto dal governo, già ribassato rispetto all'1,5% iniziale, è già una previsione vecchia, che dovrebbe essere aggiustata. Con questo quadro previsivo, se si vorrà centrare l'obiettivo del 2,04% del deficit/Pil concordato con l'Europa, si dovrà fare una manovra correttiva, perché il gettito sarà più basso di quello preventivato nella Finanziaria".
Contributi negativi
Per quanto riguarda la manovra economica del governo, Guiso concorda con Bankitalia che essa darà un "contributo negativo alla crescita economica". "Con questa manovra l'intenzione del governo - spiega - è quella di espandere la spesa, facendo così aumentare la domanda, e di conseguenza la produzione e l'economia. Tuttavia espandendo il disavanzo c'è anche un altro effetto”.
“In un Paese finanziariamente fragile, come l'Italia, si determina un aumento del costo del denaro e dunque aumenta il costo del debito. E questo è un problema, perché significa che il debito pubblico dovrà essere pagato più caro e che questi soldi andranno via dal Paese. La tassa per l'incremento dello spread finora è stata di 5 miliardi”, spiega il docente, “Va anche considerato che questi tassi di interesse più alti non li paga solo il governo ma li pagano anche le imprese, che dunque investiranno di meno. Tutto ciò controbilancia in negativo lo sforzo per l'aumento della domanda e dei consumi interni”.
“È già aumentato il costo del denaro”
Questo “è quello che è successo con questa manovra. Per il modo in cui è stata congegnata e per aver detto aggressivamente: voglio varare delle manovre fiscali espansive, il governo ha fatto aumentare il costo del denaro e quello del debito. Attraverso questo canale si è determinato un effetto recessivo sull'economia. Una politica economica un po' più prudente probabilmente avrebbe contribuito a sostenere l'economia quest'anno più di quanto non contribuisca una manovra roboante, imprudente e alla fine poco pensata".
Il duro mestiere del profeta
Il vicepremier, Luigi Di Maio, ha bocciato le previsioni di Bankitalia sul Pil: "Sono diversi anni che non ci prende", ha detto.
"La Banca d'Italia - replica Guiso - ha fatto un esercizio preventivo standard, che fa parte delle sue attività di routine. Due volte l'anno fa un bollettino sulla situazione economica del Paese e sulla situazione dell'economia europea ed internazionale e stende un quadro previsivo dell'economia italiana, da cui risulta che la stima di crescita economica per il 2019 è dello 0,6%, cioè una previsione decisamente orientata verso il basso rispetto a quella di qualche mese fa. Si tratta della previsione più informata, più ragionevole e più attendibile possibile, sulla base dei dati di cui si dispone ad oggi”.
Insomma, “Con tutta probabilità la previsione di Bankitalia sarà un po' sbagliata, perché nel frattempo succederà qualcos'altro. Dire che non ha mai azzeccato una previsione, è vero, ma vale per tutti. Comunque gli errori della Banca d'Italia mediamente sono sempre stati più piccoli di quelli dei suoi critici".
”Ci vuole un’altra manovra"
"Se la crescita dell'economia non sarà quella preventivata nella finanziaria, cioè l'1% - dice ancora Guiso - ma sarà più bassa, conseguentemente anche il gettito fiscale sarà più basso e il disavanzo sarà più elevato del 2,04%. Per se si vorrà mantenere quell'obiettivo ci sarà una manovra aggiuntiva".
"Il complesso della politica economica e degli interventi che sono stati presi da questo governo - spiega Guiso - nonostante il desiderio di adottare una politica fiscale espansiva, molto probabilmente è che contribuirà a far recedere l'economia, piuttosto che a farla espandere. E questo avviene per il modo in cui hanno varato la manovra, per la sua composizione e per gli effetti che questa ha avuto sui tassi di interesse, sul costo del denaro e sullo spread. In un Paese con un debito così elevato come l'Italia, la prima cosa da fare è evitare di pagare tassi di interesse più alti sul debito, perché ciò dà un contributo negativo alla crescita. Ecco, questo non è stato fatto, il governo non ha minimizzato questo rischio ed è questo il peso più grande che l'intervento del governo porta con sé. Ecco perché i provvedimenti che sono stato presi contribuiranno ben poco, insieme al più generale rallentamento dell'economia globale, al miglioramento dell'andamento dell'economia”.