L'Italia diventa “regione”. Amazon Web Services, il servizio in cloud del gruppo guidato da Jeff Bezos, aprirà nuovi data center a Milano nel 2020. Il nostro Paese diventerà uno dei più importanti nodi del continente, che smista le operazioni e fornisce i servizi a delle “zone” più circoscritte. Oggi in Europa le regioni sono cinque: Francia (Parigi), Germania (Francoforte), Irlanda, Regno Unito (Londra) e Svezia (Stoccolma). L'Italia è una zona, che però sarà “promossa” tra poco più di un anno. Che cosa cambia? Aziende e istituzioni che utilizzano Amazon Web Services avranno un minore tempo di latenza, cioè una risposta più rapida. E potranno archiviare i propri dati in Italia.
Di Maio: “Contributo a Smart Nation”
“Accogliamo con favore l’investimento di Amazon Web Services in Italia”, afferma il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio. “L’impegno di un importante player internazionale in ambito cloud dimostra come il nostro Paese può acquisire una centralità nel mondo del digitale. La sede del data center renderà l'Italia la sesta regione AWS in Europa. Sarà un vantaggio per le imprese, poiché le informazioni arriveranno più rapidamente e i processi interni saranno più veloci. Investimenti come quello di AWS contribuiranno a fare dell’Italia una Smart Nation. Contemporaneamente si assicura l’esercizio della sovranità sui dati che risiederanno in Italia e si presta attenzione alla sostenibilità ambientale dell’iniziativa”.
Perché Amazon punta sull'Italia
“Per migliaia di anni – ha dichiara Andy Jassy, ceo di Amazon Web Services - gli italiani sono stati gli artefici di alcune delle più innovative e pionieristiche iniziative tecniche e artistiche. Siamo rimasti colpiti da come le aziende italiane abbiano finora investito su AWS, ma crediamo che una regione italiana renda ancor più semplice per le aziende e le organizzazioni governative reinventare ed evolvere le esperienze dei clienti e dei cittadini per molti decenni a venire”. “Le organizzazioni italiane, dalle startup alle imprese fino al settore pubblico – spiega Amazon in una nota - disporranno nel proprio paese di infrastrutture per sfruttare tecnologie avanzate come gli analytics, l'intelligenza artificiale, i database, l'Internet of Things (IoT), il machine learning, i servizi mobili, le tecnologie serverless e molto altro ancora per spingere l'innovazione. Nel 2012, AWS ha lanciato un “Point of Presence” (cioè un punto di accesso alla propria rete) a Milano e il 2017 ha fatto il bis a Palermo.
La reazione delle imprese che usano AWS
Positiva è stata la risposta dei clienti del servizio, che vanno dai grandi gruppi alle università fino alle startup. “Accogliamo con favore l’annuncio di una Region AWS in arrivo in Italia”, ha dichiarato Carlo Bozzoli, Global Information Officer di Enel. “Sapere che avremo presto un’affidabile infrastruttura AWS in Italia è per noi impagabile”, afferma Luigi Lobello, Cto del Gruppo Editoriale Gedi. “AWS è una componente fondamentale della nostra strategia di innovazione, perciò avere una regione in Italia non potrà che accelerare la trasformazione del nostro business”, afferma Daniele Benedetti, capo di Ict Architectures and Innovation di Pirelli. Piero Orofino, Technology and Innovation Officer del Comune di Cagliari, spiega che “AWS è sempre stato un partner fidato, pertanto accogliamo con piacere la notizia che porterà una regione con infrastruttura in Italia”.
Una delle startup che il cloud di Amazon è Musixmatch, azienda di Bologna diventata il più grande catalogo di testi di canzoni al mondo. Il suo fondatore e ceo Max Ciociola si è detto “impaziente di vedere l’ondata di innovazione e imprenditorialità che la nuova regione porterà in Italia”. Alberto Dalmasso, ceo e co-fondatore di Satispay, il servizio di pagamento via smartphone l'ha definita “una fantastica notizia poiché apre a infinite possibilità per le aziende che operano nel settore dei servizi finanziari regolamentati nel Paese”. “Sapere che avremo presto una regione AWS in Italia è una grande opportunità per la comunità scientifica italiana”, afferma Filippo Maria Zerbi, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che utilizza il cloud di Amazon per gestire un progetto mirato al censimento di pianeti simili alla Terra in grado di ospitare la vita.