Il cda di Ubi boccia l'offerta di Intesa: "Non concordata e non conveniente"
Per i vertici della banca bresciana lo scopo di Intesa è "eliminare un concorrente"

ubi banca
AGI - L'offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi non è "concordata" con l'emittente e secondo il cda di Ubi "non è conveniente per gli azionisti" della banca stessa. L’allocazione del valore e delle sinergie tra azionisti dell'ops lanciata da Intesa su Ubi "favorisce gli attuali azionisti di ISP e penalizza gli azionisti di UBI Banca".
A sottolinearlo il cda di Ubi Banca secondo cui gli attuali soci dell'istituto "verrebbero a detenere una quota marginale nel capitale di Intesa (pari a circa il 10%), con una conseguente limitata partecipazione al valore e alle sinergie prospettate dall’offerente, realizzabili solo grazie all’operazione di aggregazione".
Ubi "ha le potenzialità per affermarsi come player di rilievo in grado di rivestire un ruolo chiave nel processo di consolidamento del mercato bancario italiano". Insiste il cda nel comunicato in cui boccia l'ops lanciata da Intesa Sanpaolo sottolineando invece come la permanenza del gruppo come realtà stand-alone gli "consentirà di continuare a svolgere un ruolo da protagonista nel procedimento di consolidamento del mercato bancario italiano e di dare impulso a possibili aggregazioni con operatori del settore, con l’obiettivo di creare valore per gli Azionisti di UBI Banca e gli altri stakeholder e di costituire un “terzo polo” bancario caratterizzato dal legame con i territori e da un azionariato stabile di lungo periodo, raccogliendo le istanze provenienti dalle diverse componenti economiche e sociali dei territori".
Se Intesa Sanpaolo avesse successo nell'ops lanciata su Ubi, si troverebbe ad avere "una posizione di leadership dominante in Italia, anomala tra i grandi Paesi europei e potenzialmente dannosa per il tessuto economico e sociale dei territori in cui opera Ubi". Sottolinea ancora il cda secondo cui il progetto "si inserisce in un più ampio disegno strategico, volto a rafforzare la posizione di Intesa Sanpaolo in Italia attraverso l'eliminazione di un concorrente".
Con l'ops su Ubi Banca Intesa Sanpaolo vuole "eliminare un concorrente" ma al tempo stesso non riuscirà a "modificare la posizione in Europa". Sostiene il presidente di Ubi, Letizia Moratti. "L'operazione va a svantaggio degli stakeholder di Ubi perché Intesa assumerà una posizione dominante ed è pericolosa per il tessuto economico dei territori in cui Ubi opera", ha aggiunto.
Se Ubi Banca resterà indipendente "immediatamente andremo a cercare nuove opportunità di m&a", precisa invece l'ad Victor Massiah.
"Come cda abbiamo chiesto al nostro ad di accelerare e sottoporre al nostro cda dei target di acquisizione entro la fine dell'anno", ha aggiunto Moratti. Ubi Banca, se resterà indipendente, "vuole essere un soggetto aggregatore" e non una pred, continuano presidente e ad. "Noi pensiamo di essere una banca solida, capace di aumentare il Cet1 e di effettuare un de-risking positivo, con fondamentali solidi. Non pensiamo di voler essere un target di acquisizione di banche straniere ma vogliamo essere aggregatore una realtà che consolida il mercato.
"Se i nostri soci riterranno di prendere una posizione differente" dall'adesione all'ops di Intesa, Ubi sarà un "potenziale acquirente o lo sposo di qualcuno che sia confrontabile con noi", ha aggiunto Massiah. "Ubi Banca, se dovesse restare indipendente dopo l'offerta di Intesa, non esclude nessun potenziale target per fusioni, nemmeno Mps e Bper". "Il nostro mandato non è limitato, sostanzialmente è a 360 gradi, non abbiamo messo limiti, ci sono potenziali partner che conosciamo meglio ma il mandato è ampio, non ci sentiamo di escludere niente".
Mps "ha fatto un enorme lavoro di pulizia degli asset" ma al tempo stesso "ha un azionista molto particolare che è lo Stato. Eventualmente cercheremo di capire cosa vuol fare". "Mai dire mai", ha invece detto su un possibile riavvicinamento con Bper, con cui Ubi era "molto vicina" a fare un annuncio.
In Borsa intanto Ubi Banca ha guadagnato il 2,5% mentre Intesa Sanpaolo ha ceduto lo 0,34%.