Per Unimpresa i costi di riapertura sono troppo alti per l'80% delle Pmi
Sondaggio del Centro studi fra le oltre 100.000 aziende associate

© Francesco Fotia / Agf - La riapertura dei negozi nella fase due dell'epidemia di coronavirus
La spesa della cosiddetta Fase 2 è troppo alta e corre il rischio di impedire la ripresa della maggior parte delle attività economiche: almeno l’80% delle piccole e medie imprese italiane preferirà restare chiusa oppure potrebbe essere costretta a farlo nell’arco di poche settimane. È quanto emerge da un sondaggio che il Centro studi di Unimpresa ha realizzato fra le oltre 100.000 aziende associate, attraverso la sua rete territoriale.
Tra acquisti per i dispositivi di sicurezza anti Covid, norme per la sanificazione dei locali, regole per la gestione dei fornitori, messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, oneri burocratici e adempimenti continui - specie per le imprese a contatto con il pubblico - il costo della ripartenza - si legge in una nota - si sta trasformando in "un ostacolo insormontabile" che allontana la prospettiva di tornare con i conti in utile. "Le promesse del governo sono barzellette - commenta il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi - ci è stato promesso che nessuno sarebbe rimasto indietro, ma probabilmente assisteremo a una catastrofe economica, perché la liquidità scarseggia, le banche non erogano i finanziamenti garantiti dallo Stato e gli incassi, con le limitazioni continuamente imposte, non saranno mai sufficienti a tenere in piedi le imprese".
Sono cinque, secondo la rilevazione di Unimpresa, i nodi che ostacolano l’avvio della Fase 2 e l’uscita dall’emergenza causata dall’epidemia Covid-19: acquisti per i dispositivi di sicurezza, norme per la sanificazione dei locali aziendali, regole per la gestione dei fornitori, messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, oneri burocratici e adempimenti continui. Sono le imprese a contatto con il pubblico a segnalare le difficoltà maggiori, spesso cagionate dall’impossibilità di interpretare correttamente le varie disposizioni normative che non di rado si sovrappongono, tra i vari livelli amministrativi, creando una spaventosa confusione regolamentare.
"È necessario un atto di coraggio mai visto, uno sforzo enorme per consentire all’economia italiana di restare a galla, altrimenti l’estate ormai alle porte non segnerà un momento di svago e rilassamento per gli italiani, ma segnerà il momento nel quale vedremo affondare la nave Italia", osserva ancora Longobardi.