Spaghetti al pomodoro, la storia inizia nel 1800 a Napoli
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Spaghetti al pomodoro, la storia inizia nel 1800 a Napoli

Spaghetti al pomodoro, la storia inizia nel 1800 a Napoli

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(AGI) - Roma, 12 mar. - Gli spaghetti al pomodoro, il primopiu' classico della cucina italiana, saranno il piatto simbolodell'Expo2015. E pensare che la storia degli spaghetti alpomodoro e' relativamente recente: degli spaghetti si hanotizia gia' nel 1154 grazie al geografo arabo Al-Idrisi, chenel suo "Il libro di Ruggero" ci informa che "in Sicilia c'e'un Paese chiamato Trabia?. dove si fabbrica un cibo di farina aforma di fili in quantita' tali da rifornire oltre i paesidella Calabria, quelli dei territori musulmani e cristiani".Tra i vari termini utilizzati per definire questo alimento,comunemente detto itryya, c'era anche l'arabo fidaws (che,attraverso il castigliano fideos diventa l'italiano fidelini ofidellini). Ma il matrimonio tra gli spaghetti (o vermicelli) ela salsa di pomodoro avviene solo all'inizio del 1800. Pochianni dopo la rivoluzione francese, a Napoli, "a pummarola"rivoluziona la storia del nostro piatto nazionale, sancita nel1837 dalla pubblicazione della prima ricetta di "vermicelli alpomodoro" firmata Ippolito Cavalcanti, conquistando lacuriosita', prima, e l'apprezzamento di mezzo mondo - Italiacompresa, dopo l'unificazione del nostro Paese nel 1861. Vero e proprio sinonimo di Made in Italy, gli spaghetti (alpomodoro e non) hanno saputo precedere, accompagnare e poisintetizzare - nel bene e nel male, tra verita' e pregiudizio -la nostra stessa identita' nazionale. Rivelano la loro anima nazionalpopolare grazie a Trilussa eal sonetto La politica, del 1915, riuscendo nel miracolo dimettere d'accordo una famiglia composta da un padredemocratico-cristiano e da tre figli (socialista, monarchico erepubblicano) dalle idee politiche molto diverse: "? appenamamma/ ce dice che so cotti li spaghetti/semo tutti d'accordoner programma". Mentre Prezzolini scriveva che "gli spaghettihanno diritto d'appartenenza alla civilta' italiana come e piu'di Dante".Gli spaghetti viaggiano nelle stive dei Transatlantici con cuimilioni d'italiani, in varie ondate tra le fine dell'Ottocentoe la prima meta' del Novecento, inseguono i loro sogni diemigranti in cerca di pane e lavoro. I Fratelli Marx, in unodei loro film piu' celebri, Una notte all'opera, documentanoquesta realta' immaginandosi clandestini in rotta verso NewYork, affamati e pronti a sognare (prima) e ad abbuffarsi, poi,con una montagna d'italianissimi spaghetti. Per gli emigranti -e per chi li guarda e giudica, non sempre con benevolenza - glispaghetti cominciano a diventare tratto indelebile d'identita'nazionale. Sono un segno, ostentato con orgoglio, del loroessere, per sempre e nonostante tutto, italiani. Al limite, nella logica dell'accettazione del cosiddettosogno americano, si accettera' la contaminazione, e ne nascera'il piatto simbolo dell'opulenza raggiunta: gli spaghetti "meatballs", immortalati da Disney in Lilli e il Vagabondo. E cioe'gli spaghetti con le polpette sopra. Carne e pasta, primo esecondo: cosi' la fame, e la poverta', sono solo un lontanoricordo. (AGI).
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