(AGI) - Catanzaro, 29 lug. - Ci sono anche le dichiarazionidel collaboratore di giustizia Gianni Cretarola, pentitosi dopoessere stato arrestato per l'omicidio del boss Vincenzo Femiaavvenuto a Roma il 24 gennaio 2013 a dare un contributosignificativo alle indagini sul delitto di Ferdinando Rombola,avvenuito 5 anni fa su una spiaggia di Soverato, nelCatanzarese, e per il quale stamen i Carabinieri hannoarrestato 4 persone. Nato a Sanremo da una famiglia di origini calabresi,Cretarola racconta agli inquirenti: "Fin da ragazzo avevol'aspirazione di essere un affiliato della mafia, mi son sempredato da fare, passando dal piccolo spaccio di droga al furto dimotorini fino all'omicidio". Cosi' gia' all'eta' di 14-15 anniCretarola era entrato in contatto con alcuni gruppi criminalidi 'ndrangheta operanti in Liguria, pur non potendo essereaffiliato (non poteva essere attivo), non avendo compiuto i 16anni. Il suo "sogno" di essere affiliato si realizzera' durantela detenzione nel carcere di Sulmona. E' qui che entra incontatto con il gotha della 'ndrangheta calabrese. Ha spiegatoai magistrati che il suo ingresso nell'organizzazione ha avutola particolarita' di vedere tre padrini di tre diverseprovince: Rocco Fedeli di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Rc),Michele Bono di Serra San Bruno (Vv) e Massimo Sestito diGagliato, paese poco distante da Soverato, nel Catanzarese. E'proprio il legame con i Sestito a consentire a Cretarola diessere a conoscenza di alcuni particolari sulla faida. Ilcollaboratore ha sostenuto che Massimo Sestito con lo scopo diottenere il controllo del Soveratese aveva fatto pervenire larichiesta di una somma di denaro di 20mila euro per le suespese legali. La richiesta dei Sestito, sostenuta dal FioritoProcopio, sarebbe stata avversata da altri gruppi criminalidell'area. Era dovuto cosi' intervenire il boss dei "viperari"Damiano Vallelunga che con la sua autorita' aveva impostol'assegnazione di una parte del territorio ai Sestito. La paxcosi' raggiunta aveva retto pero' fino all'omicidio dellostesso Vallelunga. Il pentito ha poi raccontato di un incontro avvenuto a Romanel settembre 2010 tra Davide Sestito (fratello di Massimo)Fiorito Procopio e Michele Lentini. Un summit a cui, raccontaCretarola, si presento' armato temendo un agguato. Procopio eLentini rimproverano lo scarso impegno profuso dai Sestitonella guerra tra clan scoppiata proprio a causa della richiestadi denaro del fratello. L'incontro si sarebbe concluso con larassicurazione dello stesso Cretarola: "Il dolore che voletemettere voi nelle famiglie lo vogliamo mettere noi, i mortivolete fare voi, i morti vogliamo fare noi". (AGI).