(AGI) - Roma, 27 dic - Mehmet Ali' Agca nasce il 19 gennaio1958 a Yesiltepe in Turchia, ai confini del Kurdistan.Considerato un fanatico invasato, con l'inclinazione almartirio religioso e, dicono, una mira infallibile, confluisce- con la complicita' dei servizi segreti turchi -nell'organizzazione di estrema destra soprannominata "Lupigrigi", guidata da Oral Celik. Per conto dell'organizzazione nel '79 uccide Abdi Ipekci,giornalista e direttore del quotidiano liberale "Milliyet" mal'azione destinata a iscrivere il suo nome nella storia e'quella che il 13 maggio 1981 lo porta a piazza San Pietro. Lapallottola esplosa dalla sua arma ferisce gravemente ma,miracolosamente, non uccide Giovanni Paolo II. Arrestato eprocessato, Agca viene condannato all'ergastolo: i giudicidella Corte di Assise di Roma, pur non riuscendo a provare inmodo certo l'esistenza di un piano "preparato daun'organizzazione eversiva rimasta nell'ombra", non credonoalla sua infermita' mentale o a presunti deliri mistici. Il terrorista rinuncia a presentare appello e l'anno dopoviene riconosciuto colpevole dell'omicidio di Ipekci dalConsiglio nazionale di sicurezza turco: la pena capitale vienetrasformata con una successiva amnistia in una condanna a soli10 anni di detenzione. Sorprendendo tutti, nell'82 Ali' Agcacambia la sua versione e comincia ad ammettere l'esistenza diuna "pista bulgara" che collegherebbe l'attentato al Papa aiservizi segreti orientali. Emerge anche il nome del presuntocomplice, Oral Celik, che, a sentire Agca, sarebbe intervenutoin caso di fallimento. Agca sembra pentito. Il 20 febbraio '87 Giovanni Paolo IIriceve la madre ed il fratello che gli chiedono di intercedereper la grazia. In seguito il Pontefice fara' piu' volte visitaal suo attentatore in carcere, in una serie di commoventicolloqui. La grazia non arriva, pero' la buona condotta incarcere consente ai magistrati di diminuire ulteriormente lapena in piu' momenti successivi, sino a 26 anni di reclusione,scontati i quali un ergastolano puo' chiedere la liberta'condizionale. Il 13 giugno 2000 il presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi gli concede la grazia e il giorno seguenteAli' Agca viene estradato dall'Italia e giunge ad Istanbul. In Turchia, nel carcere di massima sicurezza di Kartal,inizia a scontare i dieci anni per l'assassinio del giornalistama, il 18 luglio 2001, un provvedimento del Tribunalecostituzionale turco dispone un allargamento dei reatibeneficiari di amnistia: Ali Agca puo' tornare in liberta'. Ilgrande giorno e' il 12 gennaio 2006: Agca viene rilasciato mail ministro della Giustizia turco, Cemil Cicek, presentaricorso contro la decisione e otto giorni piu' tardi arriva unnuovo arresto per effetto della sentenza della corte Suprema diAnkara, che annulla la precedente pronuncia di un tribunale digrado inferiore. Per uscire di prigione, spiegano i giudici dopo averrifatto i calcoli, Mehmet Ali'Agca deve aspettare altri 4anni. E' il 18 gennaio 2010 quando torna davvero libero, e inuna lettera inviata a 'La Repubblica' torna a parlare delsequestro di Emaneula Orlandi: "e' viva, e sta bene - scrive -l'Italia non deve credere alle menzogne della banda dellaMagliana. E' stata rapita soltanto per ottenere la mialiberazione". Seguono altre "rivelazioni" (tra le altre, quellasecondo cui l'attentato di San Pietro "fu organizzato da unoStato straniero: l'obiettivo era quello di ferire il pontefice,non di ucciderlo"), poi condensate in una autobiografia ebollate dal Vaticano come "del tutto inattendibili". Qualchealtra intervista, poi oggi, del tutto inattesa, lariapparizione sul luogo del delitto: "voglio portare dei fiorisulla tomba di Wojtyla", dice. Lo accontentano. (AGI).