(AGI) - CdV, 17 feb. - "Anche se vi arrivera' una lettera dellaCongregazione per la Dottrina, affermando che avete dettoquesto o quello, non preoccupatevi. Spiegate quello che dovetespiegare, pero' andate avanti". Queste parole pronunciate daPapa Francesco qualche settimana prima dell'elezione, nel primoincontro con i religiosi latino-americani, hanno dato il "la" aun'inchiesta giornalistica sul possibile ridimensionamento delruolo dell'ex Sant'Uffizio nel nuovo Pontificato, pubblicatadal giornale statunitense New Cathoic Report a firma delgesuita Thomas Reese, gia' direttore del prestigiososettimanale "America". "La Congregazione per la Dottrina dellaFede - ricorda il gesuita - era un tempo conosciuta comeSuprema Sacra Congregazione dell'Inquisizione Romana eUniversale. Piu' tardi e' diventata la Suprema SacraCongregazione del Sant'Uffizio. Ancora dopo il ConcilioVaticano II, quando ricevette il suo nome attuale e persel'aggettivo 'suprema', continuava ad essere quella che decidenella Curia Romana". "E' la Congregazione - sottolineal'articolo rilanciato in Italia dal sito 'Il Sismografo - cheattacco' i cosiddetti modernisti alla fine del XIX e all'iniziodel XX secolo". Benche' ridimensionata, la CDF dopo il ConcilioVaticano II, scrive padre Reese, "attacco' i moralisticattolici che si interrogavano sul divieto ecclesiale dell'usodi metodi artificiali per il controllo delle nascite. Nonfurono esenti da indagini neppure i teologi della liberazionein America Latina ne' i teologi asiatici che lavoravano a temidi carattere interreligioso. Perfino vescovi furono soggetti arimproveri". E in Curia, "dato che quasi tutti i documentiemananti dalla curia riguardano fede o morale (eccetto idocumenti sulle finanze vaticane e sulle relazioniinternazionali), la CDF rivedeva praticamente ogni cosa venissepubblicata dalle altre congregazioni e consigli. Coloro chelamentavano una mancanza di coordinamento nella Curia spessonon tenevano conto di questo punto". Dunque, che laCongregazione per la Dottrina della Fede fosse "suprema" sottoGiovanni Paolo II e Benedetto XVI, e' una cosa certa, ma sichiede l'articolo: e' ancora cosi' con Papa Francesco?". "Nessuno - risponde il gesuita americano - avrebbe messo indiscussione la sua supremazia quando il cardinale JosephRatzinger ne era prefetto. Ma oggi la Congregazione suprema nonsembra piu' cosi' suprema: e' stata pubblicamente criticata daun cardinale curiale del Brasile, dal presidente dellaConferenza episcopale tedesca, e da due cardinali che fannoparte del Consiglio dei Cardinali, istituito dal Papa perconsigliarlo nella riforma del Vaticano. Il cardinale ReinhardMarx di Monaco, membro dei Consiglio dei Cardinali, hapubblicato un rimprovero all'arcivescovo Gerhard Muller,attuale prefetto della Congregazione per la Dottrina dellaFede, sul tema dei cattolici divorziati-risposati: 'Il prefettodella Congregazione per la Dottrina della Fede non puo'bloccare le discussioni'. Anche l'arcivescovo Robert Zollitsch,presidente della Conferenza Episcopale tedesca, ha difeso unprogetto per offrire la comunione ai divorziati risposati,nonostante l'opposizione di Muller. E infine il cardinalehonduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, coordinatore delConsiglio dei Cardinali, attraverso un'intervista ha mandato adire al confratello tedesco: "Dovresti essere un po' piu'flessibile quando senti opinioni diverse, e non dire soltanto:'No, e' cosi' e basta'". Secondo padre Reese, "anche uno solodi questi casi avrebbe fatto notizia in tempi antecedenti, maricevere cinque mortificazioni in meno di un anno erainimmaginabile fino a poco tempo fa. Non era mai successo nulladi simile dal Concilio Vaticano II". In gennaio, infine, Papa Francesco ha fatto il suo discorsopiu' esplicito sul ruolo della CDF parlando ai membri dellaCongregazione: "il Pontefice - riassume infine l'articolo -vuole una CDF piu' gentile ed amichevole, che cerca sempre diavere "un dialogo costruttivo, rispettoso e paziente con gliautori". Infatti, "se la verita' esige fedelta', quest'ultimacresce sempre nella carita' e nell'aiuto fraterno per chi e'chiamato a maturare e chiarire le proprie convinzioni". Inaltre parole, la Congregazione dovrebbe distinguersi "per lepratiche di collegialita' e dialogo". Per padre Resse e' comese il Papa avesse detto: "Moderate il tono". I teologi stannocertamente sperando che siano finite le indagini dei lorocolleghi. "Non ho sentito nulla in proposito, ma immagino chesia troppo presto per dire che e' scoppiata una tregua",conclude l'avvocato di diritto canonico padre James Coriden,difensore di molti teologi sotto inchiesta, citato nelservizio. (AGI).