(AGI) - CdV, 30 mar. - "Insigne reliquia legata al misterodella nostra Redenzione". Cosi' Giovanni Paolo II defini' laSindone domenica 13 Aprile 1980, nella sua visita a Torino,"citta' - ripete' in un successivo discorso - che custodisceuna reliquia insolita e misteriosa come la sacra Sindone,singolarissimo testimone, se accettiamo gli argomenti di tantiscienziati, della Pasqua: della passione, della morte e dellaRisurrezione. Testimone muto, ma nello stesso temposorprendentemente eloquente!". Una "straordinaria Icona del Sabato Santo" la defini'invece Benedetto XVI il 2 maggio 2010, in visita a Torino inoccasione dell'ostensione. Ma come oggi Papa Francesco l'usodella parola Icona non negava - nelle parole di JosephRatzinger la possibile origine non umana dell'immagine. "La Sindone - disse infatti il Papa oggi Emerito - e'un'Icona scritta col sangue; sangue di un uomo flagellato,coronato di spine, crocifisso e ferito al costato destro.L'immagine impressa sulla Sindone e' quella di un morto, ma ilsangue parla della sua vita. Ogni traccia di sangue parla diamore e di vita. Specialmente quella macchia abbondante vicinaal costato, fatta di sangue ed acqua usciti copiosamente da unagrande ferita procurata da un colpo di lancia romana, quelsangue e quell'acqua parlano di vita. E' come una sorgente chemormora nel silenzio, e noi possiamo sentirla, possiamoascoltarla, nel silenzio del Sabato Santo", quando "e' successol'impensabile: che cioe' l'Amore e' penetrato 'negli inferi'";e cosi' "anche nel buio estremo della solitudine umana piu'assoluta noi possiamo ascoltare una voce che ci chiama etrovare una mano che ci prende e ci conduce fuori". Del resto, come ammise, prima di morire, l'alloraarcivescovo di Torino e custode della Sindone, cardinaleAnastasio Ballestrero, fu costellata di errori, forse noninvolontari, l'intera complessa vicenda della datazioneradiometrica con la tecnica del Carbonio 14, eseguita nel 1988dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, che come e' noto hadato come risultato, con un'asserita attendibilita' del 95 percento, l'intervallo di tempo compreso tra il 1295 e il 1360 perl'eta' della Sindone. In un'intervista pubblicata il 5settembre 1997 dal quotidiano tedesco "Die Welt", Ballestreroaffermo' infatti: "A mio avviso, la Santa Sindone di Torino e'autentica. Le analisi al radiocarbonio, che la facevanorisalire al Medioevo, sembra siano state realizzate senza lecure dovute". Il riferimento del cardinale carmelitano era aduna serie di inadempienze - emerse successivamente - rispettoai protocolli scientifici fissati dai 4 laboratori scientificiinsieme alla Pontificia Accademia delle Scienze (guidataall'epoca dal professor Chagas e monsignor Dardozzi) e laBritish Museum di Londra (ad esempio si scopri' che di fatto icampioni erano identificabili e di quelli di 'controllo'forniti dal British era nota la datazione ai ricercatori) masoprattutto alla non trascurabile contaminazione chimica ebiologica della piccola porzione di tessuto sindonico prelevataper l'occasione, da un punto particolarmente segnatodall'incendio del 4 dicembre 1532 che aveva bruciato in piu'punti il lenzuolodel lenzuolo poi donato da Casa Savoia allaSanta Sede. La Sindone, scrisse il giornalista e sindonologo OrazioPetrosillo, "era piegata infatti in 48 strati e cosi' siprodussero altrettante bruciature simmetriche rispetto allelinee di piegatura longitudinali e trasversali, alterandoirreparabilmente il livello del carbonio". "Dovemmo fronteggiare la sfida di molti che insistevanoaffinche' noi rifiutassimo le analisi, e in questo modo poteraffermare che la Chiesa teme la scienza", spiego' lo scienziatoLuigi Gonella, allora consulente scientifico della Curia diTorino, cioe' del custode, che defini "un vero e proprioricatto" quello subito dal cardinale Ballestrero e da PapaWojtyla perche' accettassero di autorizzare l'analisi. "O noiaccettavamo la prova del C14 secondo le condizioni imposte dailaboratori, oppure sarebbe scattata una campagna di accusacontro la Chiesa timorosa della verita' e nemica dellascienza", sottolineo' Gonella, per il quale erano "anche statefatte delle pressioni illecite a Roma affinche' Torinoaccettasse le loro condizioni". Il prelievo dei campioni venne operato il 21 aprile 1988nella sacrestia del Duomo di Torino da Franco Testore, docentedi tecnologia dei tessuti presso il Politecnico di Torino, eGiovanni Riggi di Numana, produttore di apparecchiature perbiologia. Il primo effettuo' le operazioni di pesatura, mentreil secondo esegui' materialmente il taglio. Ma mentre ilprotocollo prevedeva il taglio di un campione di circa 10x70mm, su proposta di Testore si decise invece sul momento diprelevare un campione di dimensione circa doppia e diconservarne meta' in un contenitore sigillato, in modo da farfronte ad eventuali successive richieste di tessuto. Venne quindi tagliato un lembo di tessuto di circa 81x21mm, dal quale venne quindi scartata una striscia spessa circa 5mm, in quanto conteneva fili colorati di incerta provenienza.Contestualmente vennero divisi anche i tre campioni dicontrollo (uno in piu' di quanto originariamente previsto),ovvero: un frammento di tessuto proveniente da una sepolturanubiana, scoperto nel 1964 e datato intorno al 1100 dopoCristo; un pezzo del bendaggio di una mummia egiziana del IIsecolo dopo Cristo; alcuni fili prelevati dal mantello di sanLuigi d'Angio', conservato nella basilica di Saint Maximin, aVar, in Francia, datato tra il 1290 e il 1310. Quindi venneroscelti 2 campioni di epoca medioevale e solo 1 del primo secolo(sarebbe stato piu' logico fossero almeno due). I tre pezzidella Sindone e i sei ricavati dai primi due campioni dicontrollo furono quindi inseriti in 9 cilindri metallicinumerati, senza alcuna indicazione del loro contenuto per potercosi' procedere al blind test. Pero' i pezzi del terzo campionedi controllo (mantello di san Luigi d'Angio') invece furonoconsegnati senza essere chiusi in cilindri. Ed inoltre l'eta'dei campioni di controllo, che avrebbe dovuto essere ignota, fupubblicata dall'Osservatore Romano il 2 maggio ed era statagia' dichiarata nei documenti doganali. Secondo il protocollo ilaboratori avrebbero dovuto lavorare contemporaneamente e senzascambiarsi informazioni, ma - come emerse in seguito - idirettori dei tre laboratori si erano incontrati segretamentein Svizzera. E addirittura l'8 maggio la BBC entro' nellaboratorio di Zurigo per filmare l'apertura dei cilindri, eper l'ennesima volta vennero dichiarate le eta' dei campioni.Presente alla ripresa il pastore protestante David Sox, che datempo sosteneva che la Sindone era un falso e che poi pubblico'il libro "La Sindone smascherata" contemporaneamenteall'annuncio sui risultati, che evidentenemente gli erano statianticipati. Brucio' addirittura l'annuncio di Ballestrero ilquotidiano inglese Evening Standard annuncio' la datazione dellenzuolo attorno al 1350. Il giorno dopo, ed in seguito il 23settembre Gonella, intervistato dal quotidiano italiano LaStampa, denuncio' le gravi violazioni al protocollo. Un altro episodio inquietante fu, il 4 giugno 1989, ilsuicidio, in circostanze misteriosedi Timothy W. Linick,quarantaduenne ricercatore dell'Universita' dell'Arizona, unodei firmatari dell'articolo di Nature del febbraio 1989,scrupoloso studioso del metodo dello spettrometro di massa.Infine, alcuni sindonologi come padre Bruno Bonnet-Eymard,Ernesto Brunati e altri, sulla base delle incongruenze nellastatistica delle misure e di alcune contraddizioni neiresoconti pubblicati e nelle dichiarazioni rese, hannosostenuto che gli autori dell'esame ne abbiano falsificato irisultati sostituendo i campioni prelevati dalla Sindone conaltri frammenti di tessuto di origine medievale. (AGI).