(AGI) - CdV, 17 dic. - Anche nel mondo dello Sport i giovanirischiano talvolta di imboccare "vicoli ciechi". Lo ha rilevatoBenedetto XVI nel discorso agli atleti premiati alle Olimpiadie Paraolimpiadi di Londra, ai quali si e' rivolto "come a deicampioni-testimoni, con una missione da compiere: possiateessere validi modelli da imitare". "La pressione di conseguirerisultati significativi non deve mai spingere a imboccarescorciatoie come avviene nel caso del doping", ha ricordatorivolto ai campioni, auspicando poi che "lo stesso spirito disquadra sia di sprone ad evitare questi vicoli ciechi, ma anchedi sostegno a chi riconosce di avere sbagliato, in modo che sisenta accolto e aiutato". "Al tema del doping si era riferitoanche il presidente del Coni, Gianni Petrucci, chiedendo scusaal Papa per alcune "pagine non esaltanti" che hanno vistoimplicati anche atleti italiani. E Benedetto XVI si e' rivoltodirettamente ai dirigenti, agli allenatori e ai diversioperatori sportivi: "siete chiamati - ha scandito - ad esseretestimoni di buona umanita', cooperatori con le famiglie e leistituzioni formative dell'educazione dei giovani, maestri diuna pratica sportiva che sia sempre leale e limpida". Da partesua, Papa Ratzinger ha proposto oggi una lettura cristianadello Sport, indicando anche un "modello" per i giovani atletinel beato Piergiorgio Frassati, "un giovane che univa in se' lapassione per lo sport, amava specialmente le ascensioni inmontagna, e la passione per Dio". Una "luminosa figura" dalquale si puo' imparare (il Pontefice ha esplictamente invitatooggi i campioni a leggerne la biografia) che "essere cristianisignifica amare la vita, amare la natura, ma soprattutto amareil prossimo, in particolare le persone in difficolta'". Occorrediffondere, ha aggiunto, "una cultura dello sport fondata sulprimato della persona umana" cioe' "uno sport al serviziodell'uomo e non l'uomo al servizio dello sport". E da parte sua"la Chiesa - ha spiegato - si interessa di sport, perche' lesta a cuore l'uomo, tutto l'uomo, e riconosce che l'attivita'sportiva incide sull'educazione, sulla formazione dellapersona, sulle relazioni, sulla spiritualita'". Per questo, haspiegato, viene incoraggiata, sia "la presenza di spazi ludicie sportivi negli oratori parrocchiali e nei centri giovanili"che "le associazioni sportive di ispirazione cristiana, chesono palestre di umanita', luoghi di incontro in cui coltivareanche quel forte desiderio di vita e d'infinito che c'e' negliadolescenti e nei giovani". "L'atleta che vive integralmente lapropria esperienza si fa attento al progetto di Dio sulla suavita, impara ad ascoltarne la voce nei lunghi tempi diallenamento, a riconoscerlo nel volto del compagno, e anchedell'avversario di gara", ha osservato Papa Ratzinger che hacitato in merito il beato Giovanni Paolo II, sottolineando che"l'esperienza sportiva puo' contribuire a rispondere alledomande profonde che pongono le nuove generazioni circa ilsenso della vita, il suo orientamento e la sua meta". Lapratica sportiva, infatti, "quando e' vissuta in pienezza saeducare ai valori umani e aiuta l'apertura al trascendente"."Il Concilio - ha ricordato inoltre - auspica che lo sportcontribuisca ad affinare lo spirito dell'uomo, consenta allepersone di arricchirsi con la reciproca conoscenza, aiuti amantenere l'equilibrio della personalita', favorisca lefraterne relazioni fra gli uomini di tutte le condizioni, dinazioni e stirpi diverse". "Auguro anche a ciascuno di voi - haquindi concluso il Papa congedandosi da atleti e dirigentisportivi - di gustare la gioia piu' grande: quella dimigliorarvi giorno dopo giorno, riuscendo ad amare sempre unpo' di piu'".(AGI).