(AGI) - Roma, 11 ott. - Mo Yan e' lo pseudonimo letterario diGuan Moye. Nasce il 17 febbraio 1955 a Gaomi (provincia delloShandong) da una famiglia di contadini. Mo Yan, cheletteralmente significa "non voglio parlare", rimanda alperiodo in cui lo scrittore e' cresciuto, uno dei piu'tormentati della Cina: la Rivoluzione Culturale, quando unasolo parola 'sbagliata' poteva avere conseguenze catastrofichesulla vita delle persone. Mo Yan e' considerato il maggiorescrittore cinese contemporaneo e il fondatore del movimentoletterario della "ricerca delle radici". In giovane eta' siarruola nelle forze armate, dove inizia a scrivere nel tempolibero, proseguendo gli studi universitari e lavorando aldipartimento affari culturali dell'Armata di liberazionepopolare". Dieci anni fa la decisione di lasciare l'esercito ededicarsi unicamente alla scrittura. Tra i suoi romanzi piu'conosciuti, Sorgo Rosso (1986), racconto efferatodell'invasione giapponese degli anni '30; l'omonimo film diZhang Yimou, nominato all'Oscar come migliore film straniero,ha vinto l'Orso d'oro al festival del cinema di Berlino nel1988. Il suo ultimo romanzo invece e' Wa (La rana) che nel 2011ha vinto l'ottava edizione del Premio per la letteratura MaoDun. "Mo e' uno degli autori piu' in vista in Cina ed e' unautore tipicamente cinese nel senso tradizionale del termine. Isuoi lavori riflettono un vivido e reale spaccato della Cinadegli umili", aveva scritto giorni fa il quotidiano cinese inlingua inglese Global Times, commentando le voci sullapossibile attribuzione del nobel a Mo Yan. Dopo il Nobel perla Letteratura 2000 a Gao Xinjiang, naturalizzato francese, lacui opera Fugitives e' bandita in Cina per i riferimenti apiazza Tian'anmen, e il Nobel per la Pace 2010 al dissidenteLiu Xiaobo che mando' Pechino su tutte le furie, per molti ilriconoscimento a Mo Yan nasconde un intento riparatore. INobel, proseguiva il quotidiano, "negli ultimi anni sono statisempre piu' contaminati dalla politica", con riferimento aldissidente Liu Xiaobo, premio Nobel 2010, un riconoscimento chePechino vide come uno sgambetto. "I cinesi devono stareattenti: la scelta dell'autore vincente del premio Nobel per laLetteratura avra' una forte influenza politica e culturale sulpaese, in quanto valori, standard estetici e morali e spiritonazionale, sono il nocciolo dei lavori presentati", proseguivail pezzo. E il successo di Mo Yan spacca il web, diviso tracoloro che sostengono lo scrittore e quelli che lo accusano diaver comprato i giudici. Un'accusa cui Mo, tuttavia, nonintende replicare. 'Merito' forse del suo stesso nome "Senzaparole", pseudonimo che lo scrittore scelse dopo aver scrittoil suo primo racconto come promemoria: dato il linguaggiopiuttosto schietto, che non veniva accolto ne' tollerato intutta la Cina, scelse Mo Yan per ricordare, soprattutto a sestesso, di non parlare molto. Ma nonostante le 'precauzioni',Mo non e' riuscito ad evitare le critiche. Durante la"Conferenza letteraria" di Hangzhou dello scorso 9 settembreaveva detto ai suoi lettori: "Non vi sono dubbi che il premioNobel per la letteratura sia un'occasione prestigiosa ma, neglianni passati e tutt'oggi, molti validi scrittori, come adesempio Kafka o Tolstoj, non vengono considerati e non vincononessun premio. Cosi', tra coloro che hanno vinto il Nobel perla letteratura, ci sono opere che personalmente non apprezzo.Ecco perche' non voglio parlare di questo argomento in quanto,parlarne, potrebbe esser motivo di attacco nei miei confronti emolti potrebbero criticarmi accusandomi di avere l'"ansia daNobel". (AGI).