(AGI) - Abu Dhabi, 9 ott. - L'Italia chiama gli Emirati arabiuniti per la crisi e invita Abu Dhabi ad aumentare gliinvestimenti nel made in Italy, ma anche e soprattutto nei suoititoli di debito. Con l'export italiano balzato del 23% nelprimo quadrimestre dell'anno e che nel 2012 potrebbe toccare lacifra record di 5,5 miliardi di euro, una bilancia deipagamenti fortemente a favore e imprese che vedono nellacapitale emiratina un 'hub' nel mondo arabo, ora Roma puntasoprattutto sull'interesse dei maxi fondi sovrani. Una visitadel presidente del Consiglio Mario Monti nei Paesi del Golfo e'in programma per fine novembre, dettagli ancora tutti dadefinire, ma sicuramente il premier sara' il 20 novembre ad AbuDhabi per parlare di Italia con il gotha finanziario degliEmirati. A parlarne in un'intervista all'AGI e' l'ambasciatoreitaliano negli Emirati Arabi Uniti, Giorgio Starace. "GliEmirati Arabi Uniti sono primo partner commerciale dell'Italiae primo mercato di sbocco nell'intero mondo arabo e questoruolo si e' ulteriormente consolidato nel 2011 e nei primiquattro mesi del 2012. Nel 2011 abbiamo fatto 4 miliardi e 700milioni di export e nei primi 4 mesi del 2012 e' andataulteriormente bene, siamo cresciuti di un altro 23%, comeconfermano i dati dell'Ice. Se la tendenza verra' confermataquasi sicuramente supereremo, solo con il made in Italy, i 5miliardi e mezzo di export nel 2012". Raggiunto l'obiettivoexport, ora un'Italia appesantita dalla crisi finanziariaeuropea punta ad attrarre gli investimenti dei fondi sovrani:come l'Abu Dhabi Investment Authority (l'Adia), che gestisce lerisorse in eccesso delle riserve petrolifere degli Emirati e haattivita' per 875 miliardi di dollari in azioni e obbligazionidi imprese industriali e finanziarie in tutto il mondo;l'Investment Corporation of Dubai; l'Emirates InvestmentAuthority; la Mubadala Development Company che ha gia' il 35%di Piaggio Aero Industries e partecipa Poltrona Frau. "Adesso -ha spiegato Starace - il nostro obiettivo sara' l'attrazionedegli investimenti: portare il capitale degli Emirati in Italiain settori diversi. Pensiamo che l'Italia sia un Paese dove c'euna finestra di opportunita', di investimenti a prezzi difavore, almeno fino a quando non ci sara' la ripresa, che sicalcola a inizio 2014. Quindi spingiamo i nostri interlocutoria muoversi in direzione di settori che garantiscono grandissimeopportunita', tecnologie aeronautiche, energie rinnovabili,moda, nautica di lusso, industrie in cui il Paese eccelle". Manon solo. "Noi - ha proseguito l'ambasciatore - siamo ancheinteressati a possibili iniziative dei fondi sovranisull'acquisizione dei titoli del nostro debito pubblico". "Lavisita del premier Monti che stiamo organizzando insieme aPalazzo Chigi - ha spiegato Starace - e' una visita che intendeconfermare l'eccellente rapporto tra i due paesi ma anchel'aspirazione a imprimere un livello ancora piu' alto nellenostre relazioni con gli Emirati per portarci molto piu' viciniai grossi protagonisti europei dell'interscambio, francesi,inglesi e i tedeschi. Bisogna fare di piu' e la presenza diMonti e' una conferma". Quella di Monti, ha aggiunto Starace,sottolineando che il premier "gode di un enorme prestigio"anche negli Emirati, sara' infatti "la prima visita da cinqueanni dopo quella di Romano Prodi del 2007. Da allora a oggi distrada qui ne abbiamo fatto moltissima, e' il momento dividimare tutto questo dal punto di vista politico". Un occhioai fondi sovrani, ma sempre continuando a incentivare leimprese italiane che vogliono maggiore presenza nel mondo araboa partire dai Paesi del Golfo. "Dubai e Abu Dhabi sono l''hub'del Golfo - ha aggiunto Starace - ci si rilocalizza qui perche'questo e' il paese che assicura i migliori servizi dell'area,le migliori zone franche, come quella di Jebel Ali, i miglioricollegamenti aerei". Non a caso l'Alitalia dal 2 dicembre - haricordato il diplomatico - dara' il via a quattro nuovicollegamenti a settimana per Abu Dhabi, in code sharing con lacompagnia Ethiad. "L'area franca di Jebel Ali e' una grandepiattaforma di riesportazione. Sarebbe interessante saperequanti di questi 5 miliardi di euro che entrano nel Paese vannonelle aree che vanno dal Golfo all'Africa, all'Iraq, fino agran parte del subcontinente indiano". Di fatto lariesportazione puo' servire come moltiplicatore degliinvestimenti, fattore a cui si aggiunge la crescitademografica: "C'e' un aumento di immigrati che ora sono anchebuoni consumatori. Questo e' il paese piu' globalizzato delmondo, solo il 10% sono locali, ma ora ci sono anche russi,polacchi, egiziani. Abu Dhabi ad esempio ha una grandissimacomunita' di siriani, egiziani, giordani che sono ottimiconsumatori e contribuiscono alla crescita della classe medianel Paese". Tra le finestre 'aperte' anche quella dell'offertaturistica. "Ci stiamo lavorando seriamente - ha dettol'ambasciatore - soprattutto all'ipotesi di investimenti instrutture gia' esistenti da ristrutturare e da riconvertire adestinazione turistica. E' aperto anche il discorso delpatrimonio del demanio che ha grosse potenzialita' in questoambito". Ma se migliora la collaborazione commerciale traItalia e Emirati, altrettanto importante resta quellapolitica-diplomatica. "La collaborazione politica sul fronteestero si e' molto arricchita grazie all'esperienza libica.Abbiamo ospitato i loro aerei nella base di Sigonella, siamostati in continuo contatto a livello dei ministri degli Esteri,nonche' protagonisti dei gruppi di contatto". Collaborazioneche continua anche sulla questione siriana. "L'Italia - haspiegato Starace - e' il paese che maggiormente collima con lalinea degli Emirati proprio perche' e' il Paese piu' attentoall'assoluto mantenimento degli equilibri e della pacenell'area. Gli Emirati, come l'Italia, di questi due aspetti,mantenimento degli equilibri e pace, ne fanno una questione disopravvivenza proprio perche' qui tutto e' basato sullacrescita economica e quindi anche sulla creazione dell'ambienteadeguato per il business". (AGI).