(AGI) - Taranto, 7 apr. - Il futuro dell'Ilva passa non solodalla bonifica ambientale e dalla messa in sicurezza degliimpianti prescritta dalla legge 231 del 2012, ma anchedall'innovazione tecnologica e dal rilancio competitivo dellostabilimento di Taranto. E' il punto attorno al quale ruota ilpiano industriale del commissario Enrico Bondi, giá presentatonelle sue linee guida al Governo e da oggi al centro di unanuova fase di confronto con le banche. Alle quali verrárinnovata la richiesta di un sostegno finanziario a partiredalla possibilitá di un prestito ponte di circa 500 milioni peravviare gli interventi piu' urgenti. In quanto al piano industriale, oltre a prevedere tutti gliinterventi dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia),punta soprattutto sul preridotto di ferro e sul gas come nuovosistema per produrre acciaio in modo piu' pulito. Ilpreridotto, infatti, fa a meno dell'agglomerato di mineralimentre il gas e' in sostituzione del coke prodotto dallecokerie, e sia agglomerato che cokerie sono due aree delsiderurgico ad elevato impatto ambientale. L'Ilva ha giáavviato la sperimentazione del solo preridotto di ferro, perora acquistato dall'estero, nelle acciaierie e negli altiforni.Inoltre, si e' data l'obiettivo di produrre con questatecnologia, giá in uso in alcuni Paesi europei, 2,5 milioni ditonnellate sugli 8 milioni annui che sono la quota produttivafissata dall'Aia, e adesso, nel nuovo piano industriale, ponela questione in termini di prospettiva. Nel senso che dopo il2015, anno in cui si concluderá la sperimentazione, l'Ilvavuole produrre a Taranto il preridotto di ferro. A seguito di quest'investimento e di ulteriori misure, paria circa 700 milioni di euro, che si sono rese necessarie per lasicurezza sul lavoro, il costo complessivo del pianoindustriale e' salito dalla previsione iniziale di 3 miliardi a4 miliardi e 300 milioni. Cambiato anche l'orizzonte temporaledel piano industriale, che dal 2016 si spinge ora sino al 2020in quanto una volta chiusa la gestione commissariale - la leggeha previsto 36 mesi dall'agosto 2013 - bisognerá decidere seinvestire o meno in forma strutturale sul preridotto. Unascelta, questa, che la gestione commissariale lascia agliazionisti dell'Ilva, che potrebbero essere ancora i Riva maanche nuovi gruppi industriali viste le diverse manifestazionidi interesse, nazionali ed estere, avanzate verso l'azienda.D'altra parte, nel prevedere l'aumento di capitale finalizzatoal risanamento, l'ultima legge prevede anche la possibilitá chelo sottoscrivano investitori terzi di fronte al disimpegnodell'attuale proprietá. (AGI).